sabato 28 febbraio 2009

E sugli ex scali fantasma ci sarà spazio per il mattone

da "Il Sardegna"
I 90 dipendenti di Trenitalia Cargo sono fermi da luglio,da quando le fs hanno bloccato il traffico da Civitavecchia per Golfo Aranci. E' una situazione molto grave, che può peggiorare anche
per quanto riguarda il trasporto delle persone. Il segretario della Cgil Trasporti Sandro Bianco ieri ha abbandonato il tavolo tra sindacati e azienda, in vista delle "trasferte forzose" proposte da
Fs per non tagliare i posti di lavoro come fatto con la tratta. Ma il timore non riguarda solo le Fs: "A pagina 41 del programma di Cappellacci c'è scritto che si dovrebbe preferire il traffico su gomma a quello ferroviario. Speriamo davvero di aver capito male". Un altro risvolto di non poco conto riguarda le aree ferroviarie che questa mossa lascia scoperte "a qualche appetito". Basti
pensare al valore dello scalo merci cagliaritano tra l'ex-semoleria di Cellino e la lottizzazione
"I Fenicotteri" di Sergio Zuncheddu. Una zona che con la fuga di Fs sarà aperta al mattone

Al pm Marco Cocco affidata l'indagine sulla soppressione della tratta Civitavecchia-Golfo Aranci

da "Il Sardegna"
STOP AL TRAFFICO MERCI DI TRENITALIA - SCATTA L'INCHIESTA DELLA PROCURA
Da oltre sei mesi nessuna merce viene portata in Sardegna su rotaia, l'unica alternativa valida al più problematico trasporto su gomma. Impossibile calcolare i danni per l'economia isolana, per gli imprenditori che vedono lievitare i costi da trasporto, per le grandi industrie come Keller o Equipolymers, completamente dipendenti dal servizio merci Trenitalia. Un servizio pubblico
finito nella scure dei tagli aziendali, stabiliti a luglio. Sarà ora un'inchiesta della Procura della
Repubblica di Cagliari a valutare se dietro una logica aziendale basata sul profitto - e motivata
dalla chiusura del rubinetto statale- non si nasconda un'interruzione del servizio che Trenitalia
dovrebbe garantire. A far scattare l'inchiesta è stato l'esposto presentato lo scorso settembre
dall'allora consigliere regionale Maria Grazia Caligaris (Sdi) che era piombata in Procura nel periodo più nero.
Quando Trenitalia aveva già soppresso il servizio Civitavecchia-Golfo Aranci per la manutenzione
della nave adibita alla tratta, la Garibaldi. Il mondo produttivo isolano era rimasto col fiato sospeso dopo una comunicazione da parte della Divisione cargo di Trenitalia, che annunciava - ricorda la Caligaris nell'esposto - una proroga«fino al 31 dicembre». Invece il
servizio si è come spento gradualmente, fino all'interruzione del primo luglio: dai 150 carri
trasportati al giorno nel '99 si è passati ai 40 degli ultimi mesi prima della soppressione. A
nulla erano valse le proteste di sindacati o la richiesta formale dell'intero Consiglio regionale
di non abbandonare gli scali sardi. Ora la palla passa al sostituto procuratore Marco Cocco:
sarà lui a dover valutare il contenuto dell'esposto, firmato dallo studio Ballero per conto
dell'esponente socialista. Il fascicolo al momento non riporta alcuna ipotesi di reato perché
prima di indicarla la Procura intende acquisire tutti i documenti necessari a focalizzare il problema,per poi valutare le questioni giuridiche. C'è da capire insomma come mai, un concessionario di servizio pubblico - che è comunque un società per azioni - abbia cancellato una
tratta certamente non remunerativa (si sosteneva su contributistatali e regionali), ma fondamentale per non tagliare i ponti tra Isola e Penisola. Senza dimenticare che «la holding Ferrovie dello Stato Spa ha usufruito di ingenti finanziamenti da parte della Regione Sarda - scrive la Caligaris nell'esposto - anche per la costruzione delle navi traghetto per gli scali merci dell'isola, e non si capisce come mai abbia deciso di togliere una di queste navi dal servizio con la
Sardegna ed abbia trasferito la base operativa dell'altra in Sicilia». Quattro delle sue nterrogazioni in Consiglio regionale erano rimaste senza risposta. Non c'è bisogno di attendere
studi economici per conoscere l'immediata ricaduta della soppressione:agli 85 dipendenti
della Cargo (la società che gestisce il traffico merci) tra Oristano, Cagliari, Macomer, Golfo
Aranci, è già stato chiesto di accettare la proposta di trasferta forzata. Per nulla gradita: ieri
durante l'incontro tra Cgil Cisl e Uil e rappresentanti di Cargo, i lavoratori hanno respinto l'offerta
avanzata per 84 dei 90 dipendenti diretti in Sardegna. E la Cgil ha abbandonato l'incontro
per contrasti con le altre due sigle confederali.
Elena Laudante

FS, vertenza su un binario morto La società conferma il taglio di 85 lavoratori

da L'Unione Sarda

Sindacati delusi dopo l'incontro di ieri con l'azienda per discutere del trasferimento nella penisola di 85 lavoratori sardi del settore merci.

F
errovie dello Stato prende tempo ma il trasferimento dei dipendenti del settore Cargo rimane. Dopo il faccia a faccia di ieri mattina tra i rappresentanti di Trenitalia Cargo e sindacati, il destino di 85 dipendenti (200 se si considera l'indotto) rimane ancora un'incognita. Una settimana fa la decisione della società di spostarli nella penisola a partire dal 9 marzo.
LE REAZIONI «Ieri abbiamo chiesto di sospendere immediatamente il provvedimento per poi trovare una soluzione condivisa», commenta Walter Carta, segretario regionale della Filt Cisl. «Ma per ora la società ha solo aggiornato l'incontro ad un'altra data». Trenitalia avrebbe però preso l'impegno di presentare un programma di attività tarato sulle necessità della Sardegna, una sorta di piano industriale che dovrà armonizzarsi con quanto previsto a livello nazionale. «La società ha confermato l'intenzione di dismettere il servizio», aggiunge Pierfranco Meloni, segretario della Uiltrasporti. Alla base ci sarebbe il taglio delle risorse operato a livello nazionale «quantificato in 30 milioni di euro ma non si può accettare questa logica ragionieristica che pesa almeno su 85 famiglie». La Cgil si dice invece pronta a discutere dei tagli quando la società avrà «quantificato il totale degli esuberi a livello nazionale senza imporre alcuna disparità di trattamento ai lavoratori sardi», dice Sandro Bianco della Filt Cgil.
REGIONE A causare il trasferimento dei dipendenti, la cancellazione del traghetto Golfo Aranci-Civitavecchia della scorsa estate. Situazione di cui la passata Giunta non si sarebbe occupata. «Il governo Soru non ha fatto niente per salvare il trasporto merci nell'isola», ribadisce Meloni. L'appello si rivolge quindi al nuovo esecutivo regionale. «Ci auguriamo che quando la società ci riconvocherà, il nuovo governo abbia pieni poteri», auspica Carta. «Chiederemo quindi un incontro urgente sia con il presidente Cappellacci, sia con il futuro assessore ai Trasporti perché è impensabile che la situazione passi ancora sotto silenzio».
ASSEMBLEA Per martedì prossimo poi la Cgil ha annunciato che i lavoratori si riuniranno in assemblea permanente nella stazione di Oristano a partire dalle 8. «Noi sosterremo la decisione e staremo vicini ai lavoratori perché la decisione di cancellare il servizio merci nell'isola è gravissima», commenta Bianco. Decisione presa dalla Cgil e non condivisa dalle altre sigle: «Rispettiamo tutte le iniziative», aggiunge Carta, «ma in questo momento serve unità: rompere il fronte sindacale è controproducente e dannoso per i lavoratori». Ancora non si parla di sciopero ma se le cose non cambiano tutte le sigle si dicono pronte a manifestare il proprio dissenso e a protestare anche in maniera dura.
SCIOPERO Intanto lunedì è prevista anche un'altra manifestazione nel settore passeggeri delle Ferrovie dello Stato. Dalle 9 alle 17 è stato indetto da tutte le sigle sindacali uno sciopero del personale viaggiante. Protesta che si intreccia in qualche modo con la vertenza merci perché «i macchinisti fanno parte di un'unica categoria», conclude Carta e «se la situazione rimanesse questa i tagli potrebbero arrivare anche nel settore passeggeri».
ANNALISA BERNARDINI

History Repeating

FERROVIE. D'ALIA: "IL GOVERNO INTERVENGA SU SOPPRESSIONI SERVIZIO MERCI SICILIA"
Interrogazione del senatore dell'Udc al ministro dei Trasporti: "corse soppresse, situazione grave".

"Il Governo intervenga con urgenza presso la società FS per bloccare la soppressione del servizio merci da e per la Sicilia, promuovendo un confronto con le Ferrovie per garantire alla Regione un moderno sistema di trasporti su rotaia". Così il Presidente dei senatori dell'Udc, Gianpiero D'Alia, in un'interrogazione al Ministro dei Trasporti.

"A seguito della decisione della Divisione Navigazione delle Ferrovie dello Stato di Messina - si legge nel testo dell'interrogazione - dal 25 febbraio sono state soppresse le corse finora effettuate da una nave a quattro binari nella tratta tra Messina e Villa San Giovanni. Ciò comporterà il taglio di circa 300 posti di lavoro tra dipendenti Fs e addetti alla pulizia e alla ristorazione".

"Tenuto conto - aggiunge D'Alia - che il settore si sostiene attraverso il traghettamento di merci e passeggeri, e che alla flessione di traffico in atto si aggiungono le difficoltà per la riduzione dei trasferimenti nel contratto di servizio pubblico, particolarmente accentuata in Sicilia, siamo di fronte a un'emergenza senza precedenti con conseguenze pesanti nelle aree del Mezzogiorno".

"Tutto ciò - conclude D'Alia - coincide con una situazione sociale già molto difficile per la città di Messina. Serve un intervento del Governo per rivedere una decisione che costituisce un vero e proprio disagio per i lavoratori e per le popolazioni dei nostri territori, oltre a un abbandono dei servizi, anche essenziali, nel meridione del Paese e in particolare in Calabria e Sicilia".

dal sito FAST FERROVIE

SCIOPERO P.d.M. e P.d.B.
Lunedì 02 marzo 2009 dalle 9,00 alle 16,59
L’intero personale ferroviario della Sardegna da diversi anni
registra, un costante, pesante e ingiustificato attacco alla propria
condizione di lavoro anche e soprattutto ai livelli occupazionali,
vedi per esempio il P.d.M. mandato in trasferta nel nord Italia.
Il Personale di Bordo e di Macchina e le Rappresentanze dei
Lavoratori, dopo aver ricercato tutte le possibili soluzioni alle
problematiche più volte esposte, sui turni e sull’organizzazione del
lavoro, non condividono le nuove proposte di turnazione aziendale
che aggravano ulteriormente le condizioni di vita e la qualità del
lavoro dei Macchinisti e dei Capitreno. Di conseguenza necessita
UNA RISPOSTA FORTE DI NOI LAVORATORI
ATTRAVERSO LA DICHIARAZIONE DI SCIOPERO
E UNA FORTE ADESIONE ALLO STESSO
Il pesante attacco al trasporto ferroviario e ai ferrovieri della
Sardegna, iniziato con la dismissione di Cargo e le pretestuose
soppressioni di alcuni treni del servizio viaggiatori, sintomo evidente
di una strategia di dismissione, ha inizialmente colpito i macchinisti
di Sassari e Olbia. Questo e solo l’inizio. In data odierna l’azienda
si è presentata per dirci che tutti i nostri colleghi della Cargo devono
seguire la stessa sorte, dagli inizi di Marzo saranno obbligati a
recarsi in trasferta nelle sedi del nord Italia, poi magari toccherà ai
colleghi di D.C.M. D.C.I. Ferservizi, etc. (nessuno si senta escluso),
questo per ricordarci che siamo tutti sulla stessa barca
È necessaria una mobilitazione di tutti.
Scioperiamo compatti perché è seriamente messa
in discussione l’esistenza del servizio ferroviario
in Sardegna e quindi del nostro posto di lavoro

venerdì 27 febbraio 2009

Trasporto merci Confronto con l'ad di FS I tagli di Trenitalia: oggi il faccia a faccia ferrovieri-Moretti

da L'Unione Sarda
L
a tensione si taglia a fette. I duecento lavoratori di Trenitalia Cargo non ne vogliono sapere di lasciare l'isola. Venerdì scorso, la società di Ferrovie dello Stato ha chiesto ai dipendenti sardi di oltrepassare il Tirreno, per esigenze di «carattere produttivo». Ieri scadeva il termine per aderire alla proposta. Risultato? Nessuno ha dato l'ok. Di più. Sempre ieri, si è riunita l'assemblea dei lavoratori a Cagliari, per fare il punto della situazione, anche in vista dell'incontro di oggi con l'amministratore delegato di FS, Mauro Moretti.
PROTESTA Il personale del servizio merci di Trenitalia non ha intenzione di fare sconti. «Siamo disposti a protestare nella maniera più dura», conferma Walter Carta, segretario regionale della Filt Cisl. «Se l'idea è quella di trasferire i lavoratori solo per tre mesi, allora possiamo ragionare: altrimenti siamo pronti ad alzare le barricate».
Ancora più pessimista Pierfranco Meloni, leader della Uiltrasporti. «La vedo molto difficile. Trenitalia ha chiesto a 200 persone, attorno ai cinquant'anni, di fare i bagagli e lasciare la propria terra. Mi sembra difficilmente realizzabile». Per molte famiglie sarebbe un trauma. E sarà per questo che ieri i lavoratori hanno espresso, ai propri rappresentanti sindacali, molte preoccupazioni. «I ferrovieri», continua Meloni, «vogliono rispondere con forza alle provocazioni di FS. Attendiamo i fatti. E non solo. È necessario un piano industriale che dia un futuro al settore», aggiunge il sindacalista della Uil: «La vecchia giunta Soru non ha fatto niente per salvaguardare il trasporto merci. Ora aspettiamo un'azione più incisiva del nuovo governatore Cappellacci».
L'INCONTRO L'appuntamento per oggi è alle 10,30 a Roma. L'amministratore delegato di FS, Mauro Moretti, incontrerà i rappresentanti sindacali sardi. Sul tavolo la questione spinosa dei trasferimenti. Trenitalia Cargo ha problemi di produzione. Ma la crisi delle ferrovie sarde parte da lontano: l'estate scorsa Trenitalia decise di chiudere il collegamento Golfo Aranci-Civitavecchia, riducendo di fatto la presenza in Sardegna. La scelta venne contesta fortemente da tutti sindacati: Filt Cgil, Uilt, Ugl-Af, Orsa e Fast. Gli stessi che oggi a Roma cercheranno nuove risposte dall'azienda.
LANFRANCO OLIVIERI

venerdì 20 febbraio 2009

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA PS – PARTITO SOCIALISTA


TRAFFICO MERCI FS: CALIGARIS (PS), INTERVENGA CAPPELLACCI SU BERLUSCONI



“Il neo Presidente della Regione Ugo Cappellacci deve intervenire nei confronti del Premier Silvio Berlusconi e del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Altero Matteoli per impedire che l’holding pubblica Ferrovie dello Stato cancelli totalmente il traffico merci su rotaia in Sardegna. Il primo concreto atto è la sospensione del trasferimento dei 200 dipendenti della Divisione Cargo negli scali della Penisola”. Lo sostiene la consigliera regionale socialista Maria Grazia Caligaris (PS), sottolineando “la necessità di rendere immediatamente operativo il principio dell’insularità e quindi della specificità sarda restituendo alla regione il servizio pubblico interrotto unilateralmente da Trenitalia ”.

“Non è possibile che il Presidente neoeletto e il nuovo assessore regionale dei Trasporti continuino ad assecondare la volontà espressa ripetutamente dall’amministratore delegato di FS Mauro Moretti di smantellare le attività in Sardegna danneggiando l’economia isolana, trasferendo d’autorità il personale, vendendo beni ai privati. In questo modo – precisa Caligaris che ha denunciato i dirigenti delle Ferrovie dello Stato alle Procure della Repubblica e della Corte dei Conti per interruzione di pubblico servizio – si rischia di compromettere anche la soluzione minimale concordata dei viaggi delle navi traghetto per far fronte alle esigenze della Keller e dell’Esercito”.

“In attesa che le soluzioni alternative, oggetto di studio tra la Regione e Trenitalia, si realizzino, è indispensabile – aggiunge Caligaris – mantenere il traffico merci su rotaia e ampliare la disponibilità di carico sulla linea Golfo Aranci-Civitavecchia. Le decisioni assunte dalla Divisione Cargo contrastano con le assicurazioni fornite alla Regione per la riattivazione e il rilancio dello scalo merci di San Gavino”.

“Permanendo il blocco del traffico merci su rotaia e senza un’azione forte di contrasto tesa a far prevalere il buon senso si determinerà un danno gravissimo anche ad aziende, come la Keller, che, costrette a ricorrere ai mezzi gommati, rischiano via via di essere estromesse dal mercato per la sensibile lievitazione dei costi. In un momento in cui la crisi economica colpisce i cittadini per i rincari delle materie prime e dei prodotti di largo consumo è inoltre indispensabile evitare ulteriori aggravi. Il Presidente del Consiglio, frequentatore assiduo della Sardegna, non può inoltre ignorare i gravi riflessi sulla sicurezza stradale e sull’ambiente provocati dal forte aumento dei “bisonti” in transito lungo le principali arterie dell’isola”.

“Il Presidente Cappellacci dunque – conclude Caligaris - si opponga con la necessaria fermezza al blocco del traffico merci su rotaia almeno fino all’attuazione di soluzioni alternative. L’auspicio è che nel frattempo anche i magistrati penali e contabili accertino gli eventuali abusi e gli sprechi compiuti nei confronti dei cittadini”.

Trasporti. L'allarme dei sindacati: «Trenitalia ha deciso di trasferire i dipendenti della divisione cargo»

da l"Unione Sarda"
FS smantella il servizio merci
Costretti a lasciare la Sardegna 200 lavoratori
Venerdì 20 febbraio 2009
Vedi le foto D uecento lavoratori preparano i bagagli. La meta è oltre il Tirreno, lontano dalla Sardegna. Trenitalia Cargo, divisione di Ferrovie dello Stato, ha deciso per loro una trasferta di tre mesi. Ma i sindacati sono in allarme: «È il primo passo per l'addio definitivo, dopo che la società ha smantellato il servizio merci nell'isola», tuona Walter Carta, segretario regionale della Fit Cisl.
LA LETTERA «Subdolamente ed improvvisamente», spiega Carta, «è arrivata da Roma una fredda quanto sconcertante comunicazione di Trenitalia Cargo: dal 9 marzo invierà d'imperio i lavoratori sardi presso le stazioni di Milano, Torino, Verona, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Livorno, Roma, Ancona e Bari. Ancora una volta», aggiunge il sindacalista. «I lavoratori isolani saranno costretti a emigrare lasciando le famiglie, gli affetti e un'isola ormai abbandonata a se stessa».
I TAGLI La crisi delle ferrovie sarde parte da lontano: l'estate scorsa Trenitalia decise di chiudere il collegamento Golfo Aranci-Civitavecchia, riducendo di fatto la presenza in Sardegna. La richiesta dei trasferimenti «è la conseguenza di questa scelta», prosegue Carta. Al leader della Cisl si uniscono anche i rappresentanti di Filt Cgil, Uilt, Ugl-Af, Orsa e Fast. Assieme, hanno scritto un documento in cui chiedono all'azienda un chiarimento rispetto al «piano di riorganizzazione del presidio sardo, sul quale» Trenitalia ha «paventato non meglio specificate esigenze produttive».
LE CRITICHE «Da anni», sostiene Carta, «denunciamo questa eventualità come una decisione strategica presa dall'ad delle FS, Mauro Moretti, nelle segrete stanze romane e passata senza alcuna contrapposizione da parte della Regione sarda». Oggi, purtroppo, «con le urne ancora calde, arriva la mazzata definitiva e con essa un carico di responsabilità che ricade sul nuovo presidente regionale». Il messaggio al prossimo governatore è chiaro: «Intendiamo sollecitare l'impegno della nuova amministrazione regionale affinché siano assegnate maggiori risorse al trasporto collettivo sia passeggeri che merci su ferro, utili al rilancio economico e al sostegno dell'occupazione sempre più a rischio».
I NUMERI Sono almeno 200 i lavoratori del gruppo interessati dal provvedimenti di Trenitalia, ai quali si aggiungeranno ulteriori 35 dell'indotto. «Rigettiamo», osserva Carta, «l'obiettivo di FS di continuare nell'opera di smantellamento del servizio e di riduzione dei posti di lavoro». Secondo il segretario della Fit Cisl, al contrario, occorre incentivare «l'uso del mezzo collettivo». Non solo: devono «crearsi le condizioni per mantenere i posti di lavoro ricorrendo, se necessario, anche alla riduzione dell'orario di lavoro, per evitare di mettere sul lastrico centinaia di famiglie».
LA RICHIESTA La Cisl, infine, chiede a FS di mettere in campo «comportamenti virtuosi tesi a recuperare quote di mercato del traffico merci», concertando con la Regione e i sindacati tutte le azioni indispensabili per agevolare le aziende isolane e limitare i disagi dei lavoratori.
LANFRANCO OLIVIERI

lunedì 16 febbraio 2009

Cargo - Scali merci: ecco come li cambieremo

Cargo - Scali merci: ecco come li cambieremo
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Con le sue sconcertanti dichiarazioni l'ing. Castaldo contribuisce a dare il colpo di grazia all'economia dei trasporti dei "territori locali", ovvero quella realtà economica formata dagli autotrasportatori terminalisti che nel corso degli ultimi quarant'anni si era consolidata nel tessuto sociale della Sardegna e delle altre regioni non primatiste generando benessere e posti di lavoro. La prospettiva, come già è in effetti in atto, è la decimazione delle piccole e medie aziende di trasporto locale non adatte, nel caso delle molte imprese sarde, a svolgere trasporti tra il continente e la nostra Isola, che soccomberanno di fronte alle poche flotte organizzate in grado di affrontare anche gli oneri immediati delle lunghe percorrenze. Se poi consideriamo che tutto questo avviene in Italia, allora ci possimo aspettare a breve la nascita di un monopolio degli hub ferroviari di cui parla l'ingegnere da parte delle S.p.A. del gommato.
"In definitiva, i grandi scali merci sui quali Trenitalia intende puntare per il futuro sono dieci: Torino, Alessandria, Novara, Milano, Brescia, Modena-Marzaglia, area di Roma, Marcianise, Bari-Ferruccio e Catania-Bicocca, che vanno tutti in gran parte potenziati, a cominciare da quello di Brescia, per il quale esiste già un progetto esecutivo che consentirà a breve di far partire i lavori con un investimento di 30 milioni di euro. Ma, continua il direttore di Trenitalia Cargo, gli scali merci non sono solo troppi: sono anche carenti di attrezzature per il trasporto intermodale"