da "L'Unione Sarda" 01/09/2011
Si era sperato fino all'ultimo, ma ieri a Roma Trenitalia ha affossato forse per sempre l'azienda costruttrice di treni. Disperati i 400 lavoratori Keller e delle ditte d'appalto.
Trenitalia non è tornata sui propri passi: l'amministratore delegato Vincenzo Soprano ha confermato ieri mattina a Roma, ai vertici della Keller, la revoca di commesse per 25 milioni di euro. Il peggio non è finito qui: la decisione, motivata con l'inadempienza dell'azienda di Villacidro, farà scattare penali e richieste di danni per quasi 10 milioni di euro che la società di Villacidro dovrà versare a Trenitalia. Affossato prima di vedere la luce il nuovo piano industriale, il nuovo scenario fa piombare nell'incubo i 312 dipendenti e i cento delle ditte esterne.
NESSUNA INTESA Fumata nerissima, dopo il vertice romano nella sede delle Ferrovie dello Stato. Da una parte lo staff di Trenitalia guidato dall'Ad Soprano, dall'altra il direttore generale della Keller Elettromeccanica, Marco Serpi, volato a Roma con il delegato della Sfirs, Massimo Concas. «Ci è stata comunicata», ha detto Soprano ai sindacati nella sede di Confindustria a Cagliari, «l'impossibilità sostanziale di Trenitalia a tornare sui propri passi. Hanno detto di aver fatto approfondimenti e verifiche, ma che non possono rivedere la decisione di risolvere i quattro contratti».
LA MAZZATA È una beffa per società e lavoratori, dopo l'ok della Commissione europea al piano di ristrutturazione della Keller, che era pronta a ripartire con un portafoglio di lavori da 85 milioni di euro, ma con un costante problema di liquidità. Ora, senza i 25 milioni di Trenitalia (16 dei quali per la costruzione di cinque elettrotreni), l'azienda vede avvicinarsi lo spettro del fallimento, visto anche l'acuirsi della posizione debitoria.
LA KELLER «Se Trenitalia ci avesse convocato a novembre», accusa Serpi, «consentendoci di presentare il piano di ristrutturazione industriale, non saremmo arrivati al punto di non ritorno». Il direttore generale era scuro in volto, dopo aver informato gli assessore regionali all'Industria e ai Trasporti e, a ruota, i sindacati. «È un paradosso», ha concluso Serpi, «che Trenitalia, pur avendo ricevuto il 28 giugno conferma da Palazzo Chigi del via libera comunitario, a breve distanza abbia risolto uno dei più importanti contratti in portafoglio della società».
I SINDACATI Disappunto per una decisione «inaccettabile» è stata espressa dai sindacalisti Gianluigi Marchionni (segretario provinciale Fiom Cgil), Marco Angioni (Fsm Cisl) e Andrea Farris (Uilm), accompagnati dagli Rsu Dario Cherchi, Mauro Branca, Mauro Nonnis e Antonello Leo. «La vicenda ricorda quella della Scaini con l'Eni», sostengono, «Trenitalia è partecipata dallo Stato e sta affossando un'importante azienda sarda. La Regione è stata troppo ottimista: ora centinaia di lavoratori sono a rischio».
Francesco Pinna