domenica 24 maggio 2009

da "L'Unione Sarda" 24/05/2009

Meno camion sulle strade sarde
L'assessore Lorettu: integriamo ferrovie e porti
Domenica 24 maggio 2009
Per decongestionare le strade sarde servono risorse. La Provincia di Cagliari ha un progetto: togliere dalla Carlo Felice 500 camion al giorno.
L e strade sarde sono intasate. Il traffico di merci su gomma (tir e camion) rappresenta il 97% del trasporto totale in Sardegna, ben oltre il 70% italiano. Troppo grande la differenza. E a pagarne le conseguenze sono i sardi: in termini di sicurezza e di ambiente. Sarà per questo che ieri al T Hotel di Cagliari l'assessore provinciale ai Trasporti, Vittoria Baire, si è rivolta alla Regione durante un convegno a Cagliari.
LE RISORSE Il messaggio di Baire è chiaro: «Chiediamo alla giunta Cappellacci di finanziare un progetto per togliere dalla Carlo Felice almeno 500 mezzi al giorno: diminuirebbero gli incidenti e migliorerebbe la nostra qualità della vita». Anche l'economia avrebbe di che guadagnare. A una condizione, però, replica l'assessore regionale Liliana Lorettu, presente all'incontro: «Bisogna prima procedere a un'integrazione fra diversi sistemi di trasporto. In altre parole», aggiunge Lorettu, «è necessario - per esempio - migliorare la viabilità, mettendo in collegamento più stretto le ferrovie e con i porti dell'Isola». Una prospettiva condivisa anche dal presidente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia, soprattutto «in una fase di crisi mondiale che mette a dura prova il sistema economico nel suo complesso». La strada dell'integrazione, d'altra parte, è quella sostenuta anche dalla Commissione europea, che nel Libro Bianco si è posta due obiettivi prioritari da raggiungere entro il 2010: la regolamentazione della concorrenza fra modi di trasporto e la loro interconnessione.
IL MERCATO «In Sardegna», spiega Baire, «negli ultimi 15 anni la domanda di trasporto, in particolare quello riferito alle merci, è cresciuta a un tasso superiore all'incremento del Prodotto interno lordo. Il mercato è cambiato», continua l'assessore, «è diventato più complesso, più competitivo, e ha richiesto forti cambiamenti da parte delle imprese». Insomma, il motto è: o si cambia o si muore. «Serve un salto di qualità: un salto che può essere reso possibile da una diversa impostazione dell'intero ciclo dell'attività imprenditoriale, compresa quella che riguarda lo spostamento della merce». In altri termini, devono cambiare le strategie. «Le aziende di trasporto devono essere in grado di fornire un livello di servizio adeguato alle esigenze dei mercati, minimizzando il consumo di risorse economiche, territoriali e ambientali attraverso un sistema logistico efficace».
I CONSORZI Il tutto, incalza Baire, «va raggiunto anche grazie a interventi che incentivino «il raggruppamento di imprese», visto che «gli autotrasportatori, per il 70%, sono piccoli artigiani a corto di liquidità». Ecco perché sono necessarie «agevolazioni per l'accesso al credito», ma anche più risorse per le Province, chiamate a un ruolo molto delicato in materia. «Una legge ci attribuisce competenze su controlli, verifiche, licenze e gestione dell'albo degli autotrasportatori», conclude Graziano Milia: «Ma il problema è che non bastano: quelle trasferite dallo Stato servono a mala pena a pagare lo stipendio di un impiegato».
LANFRANCO OLIVIERI
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Dopo aver disintegrato tutto un sistema, ora proviamo a rifare tutto da capo?
Qualcuno ha aggiornato l'Assessore Lorittu su quanto accaduto e perche'?