lunedì 16 febbraio 2009

Cargo - Scali merci: ecco come li cambieremo

Cargo - Scali merci: ecco come li cambieremo
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Con le sue sconcertanti dichiarazioni l'ing. Castaldo contribuisce a dare il colpo di grazia all'economia dei trasporti dei "territori locali", ovvero quella realtà economica formata dagli autotrasportatori terminalisti che nel corso degli ultimi quarant'anni si era consolidata nel tessuto sociale della Sardegna e delle altre regioni non primatiste generando benessere e posti di lavoro. La prospettiva, come già è in effetti in atto, è la decimazione delle piccole e medie aziende di trasporto locale non adatte, nel caso delle molte imprese sarde, a svolgere trasporti tra il continente e la nostra Isola, che soccomberanno di fronte alle poche flotte organizzate in grado di affrontare anche gli oneri immediati delle lunghe percorrenze. Se poi consideriamo che tutto questo avviene in Italia, allora ci possimo aspettare a breve la nascita di un monopolio degli hub ferroviari di cui parla l'ingegnere da parte delle S.p.A. del gommato.
"In definitiva, i grandi scali merci sui quali Trenitalia intende puntare per il futuro sono dieci: Torino, Alessandria, Novara, Milano, Brescia, Modena-Marzaglia, area di Roma, Marcianise, Bari-Ferruccio e Catania-Bicocca, che vanno tutti in gran parte potenziati, a cominciare da quello di Brescia, per il quale esiste già un progetto esecutivo che consentirà a breve di far partire i lavori con un investimento di 30 milioni di euro. Ma, continua il direttore di Trenitalia Cargo, gli scali merci non sono solo troppi: sono anche carenti di attrezzature per il trasporto intermodale"

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