mercoledì 16 aprile 2008

da "il messaggero marittimo"

Dalla Sardegna merci gestite Fs

CIVITAVECCHIA Duecentocinquanta posti di lavoro in meno a Civitavecchia ed altrettanti in Sardegna. Questi, secondo il segretario della Cgil della zona di Civitavecchia, Franco Boriello, i contraccolpi sull’occupazione dello spostamento sul porto di Livorno del traffico merci via mare, finora gestito dalle Ferrovie dello Stato.
L’ulteriore conferma della decisione delle Fs è venuta da un incontro che si è svolto tra i sindacati, i presidenti delle Commissioni Trasporti della Regione Lazio e della provincia di Roma ed i vertici di Trenitalia e Rfi. Lo spostamento riguarderà in particolare il movimento dei containers.
«Resta confermato lo stato di agitazione della categoria - ha detto Boriello - Intanto, chiederemo al più presto un incontro al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, perché convochi l’amministratore di Fs e la Regione Sardegna per capire meglio il piano industriale, al momento ancora oscuro».
«E’ indispensabile che le responsabilità dell’abbandono degli scali e dello smantellamento del traffico merci su ferrovia siano accertate senza che eventuali tavoli tecnici tra Regione e Trenitalia le nascondano» ha, a sua volta, affermato il consigliere regionale socialista Maria Grazia Caligaris (Sdi-Partito Socialista).
«Sono stati effettuati ingenti investimenti per potenziare e migliorare gli scali merci e ora - continua Caligaris - con l’alibi che i finanziamenti per garantire la tratta marittima sono venuti meno, si vuole bloccare un settore fondamentale per lo sviluppo socio economico della Sardegna».
«Il tavolo Regione - Ferrovie è aperto dal gennaio 2007 e quindi - sostiene Caligaris - già in quella sede deve essere apparsa evidente la volontà di Trenitalia di ridimensionare o di liberarsi del traffico merci in Sardegna a prescindere dai finanziamenti sulla tratta Golfo Aranci - Civitavecchia e viceversa affidati ad una sola nave traghetto, la ”Garibaldi”, che ha una prospettiva di appena tre anni di vita prima di essere mandata in cantiere per la demolizione. Le altre navi delle Ferrovie dello Stato sono impegnate nel collegamento tra la penisola e la Sicilia. Le responsabilità di questa condotta sono a capo dei dirigenti delle Ferrovie ed è quindi necessario un intervento, anche ispettivo, del Ministero dei Trasporti e un’indagine delle magistrature contabile e ordinaria. Non si può impunemente procedere ad un silenzioso costante smantellamento di un servizio vitale per l’economia della Regione».
Sull’attuale situazione dei trasporti marittimi legati alla Sardegna hanno preso posizione i parlamentari di Fi, Piergiorgio Massidda, Salvatore Cicu e Giovanni Marras.
«Nel settore del trasporto e della continuità territoriale per le merci, la Sardegna sta procedendo sempre più velocemente verso il baratro. La prossima soppressione della tratta Golfo Aranci - Civitavecchia per il servizio di trasporto merci, unito al crollo del traffico containers del porto Canale di Cagliari, rappresenta solo l’ultimo colpo alla produttività e alle possibilità di sviluppo economico della nostra isola».
«I dati del Porto Canale di Cagliari - spiegano gli esponenti azzurri - per quanto concerne la differenza tra il 2006 e il 2007 sono a dir poco allarmanti. Ancor più grave se si pensa che negli ultimi mesi il calo percentuale ha superato il 70%. In questi due anni la sinistra che ”non ha governato l’Italia” e sta ”non governando” la Sardegna ha spostato i traffici merci dalla nostra Isola con l’unica logica di continuare a favorire il porto calabrese di Gioia Tauro attuando un vero e proprio boicottaggio scientifico ai danni della Sardegna». «Nei corridoi dei palazzi romani - riprendono i parlamentari sardi - parlano di un coinvolgimento del ministro Bianchi nello spostamento dei traffici merci e di considerevoli fondi per agevolare la Calabria. Il defilarsi in modo così grave del porto di Cagliari dallo scenario internazionale porterà gravi danni al futuro del Porto Canale, con il risultato che un’attività di recupero sarà sempre più difficile in quanto i traffici si sono già posizionati in altri porti del Mediterraneo». «Quanto sta accadendo è gravissimo - sottolineano Massidda, Cicu e Marras - perché i dati purtroppo corrispondono in pieno ai ”si dice”. Il declino del Porto Canale è stato ancora più accentuato negli ultimi mesi del 2007. Rispetto allo stesso periodo del 2006, infatti, i container movimentati nel mese di novembre sono passati da 67.687 a 10.665 e le navi da 116 a 20. A dicembre, tra il 2006 e il 2007 per i container movimentati si é passati da 78.983 a 11.978 e le navi da 122 a 30. In tutto questo, la Regione è completamente assente e non interviene né a sollecitare il ministro competente e neppure a supportare il concessionario Cict».
Intanto il ministero dell’Economia e delle Finazne ha a nunciato che Credit Suisse è stat selezionata per il ruolo di consulente del ministero per le attività propedeuriche alla privatizzazione di Tirrenia di Navigazione spa.
«La decisione - spiega una nota del ministero - è stata assunta anche sulla base del parre espresso al riguardo dal Comitato privatizzazioni».

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