venerdì 18 aprile 2008

TRENITALIA affossa l'economia Sarda

Questo pezzo è uscito il 9 marzo sul sito della Cgil Sassari.Purtroppo l'ho trovato solo oggi, comunque eccolo qua. Come al solito... non ci sono commenti.

Quanto sta accadendo in Sardegna, in materia di trasporto ferroviario, dimostra con tutta evidenza quello che la Filt Cgil ha denunciato ogni anno da oramai oltre venti anni. Adesso, il disegno di Trenitalia si sta manifestando in maniera chiara e brutale. Mancano poco meno di venti giorni e le Ferrovie dello Stato chiuderanno definitivamente il trasporto merci su ferrovia in Sardegna. Infatti, dal 1° aprile 2008 le stesse Ferrovie hanno comunicato ai loro clienti che non potranno più garantire il trasporto delle merci da e per la nostra Isola. Tale decisione, è bene sottolinearlo, è stata presa senza coinvolgere non solo le Organizzazioni Sindacali, ma neppure le Associazioni Datoriali e gli stessi Amministratori Regionali. Le motivazioni della chiusura addotte dall' ing. Moretti, Amministratore Delegato delle Ferrovie, sono quelle dei costi. A suo dire, gli oneri che Trenitalia è costretta a pagare a garanzia del trasporto merci sono insostenibili.


A tal proposito, è opportuno fare chiarezza su quello che spende FS Cargo (trasporto merci) e quello che introita FS RFI (infrastruttura).Ogni anno FS Cargo spende in Sardegna risorse pari a €. 25 milioni. Di questi €. 25 ML, ben €. 17 ML vengono "girati" da Cargo ad RFI per il servizio di traghettamento dei carri ferroviari e per le tracce orarie dei treni merci. Questo fatto da solo comporta che il 70% delle risorse spese annualmente da FS Cargo in Sardegna, servono al pagamento degli oneri della infrastruttura.Solo questo aspetto, mette fuori mercato il servizio del trasporto merci su ferrovia in Sardegna ma, cosa assai più grave ed inspiegabile, è che in nessuna altra Regione d'Italia viene chiesto un simile balzello. Un altro aspetto importante per comprendere meglio in che termini viene effettuato il trasporto merci su ferro in Sardegna è quello delle risorse. E' necessario sapere che FS RFI (Infrastruttura), a seguito di una convenzione con lo Stato Italiano, detiene il monopolio del servizio di traghettamento dei carri ferroviari da e per la Sardegna e che, per questo onere di servizio, introita €. 15 milioni annui. A questo importo, ricordiamo debbono essere aggiunti i 17 milioni di euro citati in precedenza, per un totale di €. 32 milioni di euro annuali incassati da RFI che offre ai cittadini ed agli imprenditori sardi un servizio di traghettamento dei carri ferroviari con una sola nave: la Garibaldi. Agli inizi degli anni novanta, in Sardegna, attraccavano di volta in volta quattro navi traghetto per il trasporto passeggeri e merci. Nel 1999 le navi traghetto sono passate a due (la Garibaldi e la logudoro). Già da allora denunciammo questi fatti. Nonostante gli Accordi di Programma Quadro sottoscritti a metà degli anni novanta e le Intese istituzionali Stato/Regione sottoscritte con le Ferrovie dello Stato nell'aprile del 1999, non vi è stato da parte di FS alcun rispetto di quanto concordato. La mancata realizzazione di quanto convenuto a suo tempo, ha comportato un costante degrado della rete ferroviarie sarda a cui si deve aggiungere la riduzione progressiva non solo delle merci, ma anche dei passeggeri trasportati. A gennaio del 2000, manifestammo tutta la nostra preoccupazione e esprimemmo tutto il nostro disappunto. Alla Regione Sardegna, allo Stato ed alla stessa Filt Nazionale, annunciammo che le condizioni che si andavano delineando avrebbero comportato inevitabilmente, prima la marginalizzazione e successivamente la dismissione da parte di FS del trasporto ferroviario. Già allora, denunciammo all'opinione pubblica ed alle Istituzioni che: - i traghetti sulla linea Golfo Aranci - Civitavecchia erano insufficienti, inefficienti; - lo stesso Piano di Impresa delle Ferrovie del 1999 prevedeva una fortissima riduzione del numero dei carri ferroviari da traghettare. Si pensi che nel 1999 venivano traghettati n. 150 carri al giorno, nel 2003 n. 75 ed attualmente vengono imbarcati n. 40 carri. Nel 2003, anno in cui la società Italferr consegnò uno studio di fattibilità per la Regione Sardegna nel quale veniva proposta una soluzione alternativa al traghettamento tradizionale delle merci con in allegato una attenta analisi di sostenibilità anche dal punto di vista economico, ci rendemmo conto da subito che, l'attuale Amministratore Delegato delle Ferrovie l'ing. Mauro Moretti, allora responsabile di RFI, non solo non prese in considerazione tale studio ma lo accantonò perché "non interessato !!!). Sottolineiamo che questo studio di fattibilità fu pagato dalla Regione Sarda (600 milioni di lire) e dalla stessa FS Cargo (400 milioni di lire) e sebbene la proposta contenuta nel piano di fattibilità venne accolta dalla Regione che si mossa immediatamente per trovare la dovuta copertura finanziaria, venne accantonata dalle Ferrovie. Appare evidente che alla dirigenza delle Ferrovie, già allora interessava e, cosa grave, interessa tutt'oggi intascare solo ed esclusivamente il contributo statale. Infatti, se si fosse data applicazione dello studio dell'Italferr che, tra le altre cose prevedeva il superamento del traghettamento tradizionale, non ci troveremmo a discutere di dismissione a causa di elevati costi. Non aver dato applicazione a quanto previsto dallo studio di fattibilità, ha comportato che il trasporto merci su ferrovia è diminuito di oltre il 70% rispetto all'anno 1999. A questo, inoltre, dobbiamo aggiungere il blocco degli investimenti rispetto anche al materiale rotabile che ha relegato il ruolo del trasporto su ferro soprattutto per le merci pericolose. Ricordiamo che attualmente, nella nostra Isola, il trasporto delle merci su rotaia avviene solo per il 3% . Su tutti i punti esposti, si sono tenuti negli ultimi otto mesi numerosissimi incontri con le Istituzioni Regionali che hanno condiviso non solo la nostra preoccupazione ma anche le nostre proposte volte al riequilibrio modale quale unica soluzione al problema. In sintesi la proposta della Filt Cgil, fatta pervenire al Ministro dei Trasporti, alla Regione Sardegna ed alla stessa Trenitalia è la seguente: Azzeramento del Piano di Impresa delle Ferrovie in tutte quelle parti dove si prevede la dismissione del servizio merci su ferrovia in Sardegna; Attivazione di un tavolo di confronto con Trenitalia e con il Ministero dei Trasporti che si ponga come obbiettivo strategico il rilancio del trasporto merci e passeggeri su ferrovia Recepimento delle risorse necessarie per l'ammodernamento della rete ferroviaria e che la rete stradale sarda non può più sopportare i flussi Questa nave traghetto, oltre che essere totalmente insufficiente per soddisfare anche solo sufficientemente il trasporto delle merci, si pensi che può traghettare massimo n. 40 carri ferroviari a tratta, è pure obsoleta. Con decorrenza 1° aprile 2008 le Ferrovie dello Stato chiudono definitivamente il trasporto merci per ferrovia in Sardegna. Tale decisione, comunicata dalle Ferrovie dello Stato alla clientela e non alle Organizzazioni Sindacali e alla Regione Sardegna, creerà danni ingenti all'economia della Sardegna sia in termini di perdita di posti di lavoro che di costi aggiuntivi per il settore del trasporto merci. Trenitalia S.p.A. valuta non più sostenibili gli oneri che è costretta a pagare per effettuare il servizio. Attualmente, su 25 milioni di euro di costo annui sopportati dalla Divisione Cargo in Sardegna ben 17 milioni sono elargiti ad R.F.I. S.p.A. per il traghettamento dei carri ferroviari e per le tracce orarie dei treni merci, vale a dire il 70% dei costi della Divisione Cargo in Sardegna sono indirizzati al pagamento di oneri infrastrutturali che, chiaramente, mettono fuori mercato il servizio di trasporto merci per ferrovie in Sardegna. Va rilevato che a nessun altra Regione d'Italia viene chiesto imposto un simile balzello. Premesso che R.F.I. S.p.A. ha il monopolio del servizio di traghettamento dei carri ferroviari a seguito di convenzione con lo Stato e per la quale ottiene una sovvenzione per oneri di servizio pari ad euro 15 milioni annui e che, come su esposto, pretende altri 17 milioni di euro dalla Divisione Cargo raggranellando la somma di 32 milioni di euro per effettuare un servizio con una nave traghetto, la Garibaldi, che può traghettare al massimo 40 carri a tratta, c'è da segnalare che già a suo tempo era stato affrontato il nodo del trasporto merci per ferrovia in Sardegna. Con l'Accordo di Programma Quadro del 21 aprile 1999 fra F.S., Stato e Regione Sardegna, è stato finanziato lo studio di fattibilità per la razionalizzazione del trasporto merci in Sardegna. Costo dello studio, commissionato a ITALFERR, un miliardo di lire, di cui 400 milioni a carico di F.S. Divisione Cargo e il restante importo a carico della Regione Sardegna. ITALFERR consegna lo studio nel marzo 2003. Lo studio propone una soluzione alternativa al traghettamento tradizionale, con un'analisi della sostenibilità economica. La Regione Sardegna accoglie la proposta contenuta nel documento e cerca i finanziamenti per realizzare opere necessarie, ma a quel punto la dirigenza delle Ferrovie dello Stato (nello specifico l'Ing. Moretti, a capo di R.F.I. S.p.A. e l'ing. Laguzzi), nonostante abbia speso 400 milioni di lire, dichiara di non essere interessata al progetto, accantonandolo. A quella data, già si sapeva che la N/T Garibaldi, che garantiva il servizio di collegamento con la penisola, avrebbe avuto vita breve, che i costi di traghettamento fossero insostenibili e che il mancato avvio del programma avrebbe decretato la fine del traffico merci per ferrovie in Sardegna. Appare fin troppo evidente la responsabilità dell'Ing. Moretti che, al(..) mantenimento del servizio merci per ferrovia da e per la Sardegna, ha preferito continuare ad intascare i contributi statali, infatti, l'applicazione dello studio, eliminando il servizio di traghettamento tradizionale e i relativi costi, avrebbe consentito a F.S. di continuare il servizio di trasporto anche in assenza dei contributi necessari per il traghettamento. In questo modo, ma valga anche per il resto del territorio nazionale, l'ing. Moretti si è presentato come il risanatore dei conti dell'Infrastuttura ferroviaria ottenuta, però, a discapito di Trenitalia facendo pagare i conti a quest'ultima. Oggi, da Amministratore Delegato del gruppo F.S., da un lato impone oneri esorbitanti a Trenitalia per il servizio di traghettamento dei carri ferroviari e dall'altro lato dichiara che tali oneri non sono sopportabili e, quindi, cancella il servizio in Sardegna. Crediamo che si debba chiedere conto di tale operato e non possiamo non individuare nell'Amministratore Delegato F.S. Mauro Moretti il responsabile della chiusura del trasporto merci in Sardegna. Va però affermato che Mauro Moretti è un A.D., cioè opera per delega della proprietà. Tale proprietà è, per il gruppo Ferrovie dello Stato, lo Stato o meglio il ministero dell'Economia e Finanze (ex ministero del Tesoro). Di conseguenza, o Mauro Moretti agisce in difformità agli indirizzi della proprietà ed in tal caso va sollevato dall'incarico, oppure agisce in conformità all'indirizzo della proprietà, allora la responsabilità della chiusura del servizio di trasporto merci per ferrovie in Sardegna ricade sul Governo nazionale. Chiediamo quindi il ritiro immediato del provvedimento di chiusura del servizio di trasporto merci per ferrovia da e per la Sardegna e il ripristino del reticolo logistico esistente al gennaio 2007 per il tempo necessario all'attuazione del succitato progetto; chiediamo inoltre la rimozione dei due Dirigenti che artatamente e consapevolmente hanno decretato quanto da noi denunciato, determinando un danno immenso al nostro territorio. Chiediamo al Governo nazionale che venga annullato il monopolio sul servizio di traghettamento dei carri ferroviari e che gli oneri di servizio oggi assegnati ad R.F.I. S.p.A. vengano assegnati alla Regione Sardegna affinché dia garanzie di continuità territoriale del trasporto merci su ferrovie. Chiediamo alla Regione Sardegna di porre in essere le opere di ammodernamento che rendano il traffico merci per ferrovia in Sardegna competitivo, senza che venga aggravato il già precario problema della viabilità, salvando così i circa 1000 posti di lavoro degli addetti al settore, ivi comprese le aziende collegate e l'indotto e di pretendere dallo Stato pari dignità rispetto alle altre regioni d'Italia in termini di infrastrutturazione e servizi. La Sardegna non può rimanere ostaggio e delegare il proprio futuro nelle mani di qualche burocrate altamente retribuito e che beatamente risiede a Roma presso il Ministero dei Trasporti.


Arnaldo Boeddu

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