martedì 16 settembre 2008

ARCHIVIO FERROVIARIO (da Liberazione del 3/11/2005)

Si leggeva in Liberazione del 3-11-05, a pagina 7 che la Finanziaria costringerà l'azienda Trenitalia a "diminuire i treni con l'abbandono di 5.100 km di binari -pari a quasi un terzo della rete nazionale - e sarà sostituito con bus un migliaio di treni al giorno su 47 linee di 12 regioni d'Italia", afferma la Fit Cisl Lombardia, come progetto per affrontare i tagli di 1,2 miliardi che si sommano ai 570 milioni sospesi “in corso di esercizio”.
Gli sforzi di Trenitalia vanno verso la TAV il che determina la diminuzione della manutenzione del sistema ferroviario che si traduce in disservizio, nell’incremento dei guasti e dei rischi d’incidenti con serio pericolo all’integrità fisica degli utenti. Trenitalia non ha trovato meglio da fare dopo gli incredibili episodi delle cimici, che togliere dalla circolazione 500 vagoni per cui, diminuiranno ulteriormente i treni.
Anziché lottare per un’azienda pubblica proprietaria dell’intero sistema di trasporto su rotaia moderno ed efficiente al servizio della comunità - direttamente col trasporto delle persone, indirettamente col trasporto delle merci - il che non vuol dire altro che orientare la circolazione del capitale a questo scopo, “i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno firmato accordi che hanno favorito lo smembramento del sistema ferroviario italiano in diverse società. Inoltre, è pressoché paralizzato l’ammodernamento dei porti collegati alle ferrovie”.
In questo modo si va chiudendo il cerchio, favorendo la Fiat e tutta l’industria dell’automobile e del trasporto merci su gomma e con ciò la corrispettiva industria (Pirelli, Michelin, Firestone, Fulta, ecc).

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