mercoledì 30 aprile 2008

Ferrovie dello Stato: svendita continua

un po lungo ma molto, molto, molto interessante.


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ferrovie dello Stato – Svendita continua
Date 21/12/2007 9:30:00 | Topic: politica italiana

di Nicoletta Forcheri

Il blocco dei fondi alle Ferrovie dello Stato, annunciato due
settimane fa dal Ministro delle infrastrutture Di Pietro, sarà apparsa
idea balzana a qualcheduno: essendo in uno stato pietoso, non equivale
a dar loro la mazzata finale? Se l'intento era rimetterle in sesto,
penso che si possa dire sin d'ora che non sarà conseguito. Ma la realtà
è molto più complessa.

FS capo holding

Le FS, negli ultimi anni hanno subìto varie e successive trasformazioni
passando da azienda autonoma a ente pubblico, fino a diventare una
holding con una costellazione di società di cui almeno 7 direttamente e
17 indirettamente controllate al 100%, e numerose collegate e
partecipate. Alcune hanno già cominciato ad essere parzialmente cedute
a privati come Grandi Stazioni SPA (60%), Centostazioni SpA (60%) e la
Sogin Srl (55%, società che controlla la Sita, società delle corriere
regionali toscane). Il patrimonio immobiliare ferroviario è gestito e
ceduto, attraverso la Ferrovie Real Estate SpA, l’ultima società nata
del Gruppo (2003) per la “vendita del patrimonio immobiliare non più
strumentato all’esercizio ferroviario, assegnatole tramite atto di
scissione parziale dalla società RFI (…)”.

Il Gruppo fa uso di strumenti derivati nell’ambito “di strategie di
copertura finalizzate alla gestione del rischio di tasso d’interesse”,
soprattutto in nome e per conto della società Trenitalia SpA, proprio
quella che guarda caso, assieme a RFI, ha conservato maggiormente il
principale interesse pubblico ferroviario propriamente detto: un totale
di 15 contratti derivati, nel 2006, sui tassi d’interesse per un valore
nominale complessivo di 979,3 milioni di euro oltre a 165,3 milioni di
euro per altri tre contratti all’inizio del 2007. Ma anche per conto
della TAV SpA…

Nel disposto della legge finanziaria 2007 sono stati trasferiti allo
Stato i debiti verso la Cassa di Depositi e Risparmio ...
... per un accollo totale di ben quasi 13 miliardi di euro!

La maggioranza delle società del gruppo Ferrovie dello Stato sono o in
perdita (FS: -345 M, Trenitalia -327,7M) o quasi in perdita. Spiccano
però nettamente i risultati d’esercizio, a fine 2006, della Ferrovie
Real Estate SpA, che vanta ben 185,5 milioni di utili; si salvano anche
la finanziaria del Gruppo Fercredit SpA (5,1 M), e le immobiliari
Grandi Stazioni SpA (13 M) e Centostazioni SpA (2,5M), già parzialmente
privatizzate. Si salvano cioè i reparti finanziari e immobiliari mentre
colano a picco, gravate anche dai derivati, Trenitalia, RFI e FS…

Stazioni privatizzande

Si sta profilando la privatizzazione di tutte le nostre stazioni:
patrimonio architettonico e storico di pregio inestimabile e della
nazione. Dalla missione identica, Centostazioni Spa e Grandi stazioni
SpA si prefiggono di ristrutturare e gestire, o fare il “restyling”, di
103 stazioni minori la prima e delle maggiori stazioni del paese la
seconda. Tra le loro attività rientrano di fatto anche l’introduzione
di catene commerciali, edicole e pubblicità, e perché no?
l’acquisizione delle stazioni, magari per “concessione” o per scissione
da RFI, a condizioni vantaggiose.

Grandi stazioni SpA controlla a sua volta quattro società di cui GS
Pubblicità Srl e GS Edicole Srl, pubblicità ed edicole che piazza poi –
in conflitto d’interesse? - nelle stesse stazioni che ha in
affidamento. Partecipata al 60% da FS e al 40% da Eurostazioni SpA (il
trio d’imprenditori coraggiosi: Tronchetti/Benetton/Caltagirone) è
citata in numerosi procedimenti giudiziari introdotti dagli ex
concessionari e dagli ex edicolanti delle stazioni, che fanno valere
contratti di locazione ancora validi. E’ la privatizzazione
all’italiana. Si dirà poi che è la “liberalizzazione” voluta
dall’Europa..

Grandi stazioni SpA è creditrice, in canoni di locazione, nei confronti
di Trenitalia, e solo nei confronti di RFI di ben 36 milioni per
“indennità per mancata liberazione di spazi situati nei complessi di
stazione e nelle unità acquisite dalla Società nell’anno 2001”. Ossia
RFI doveva smammare e non è smammata in tempo. Si ricordi che RFI è la
consociata rete ferroviaria, e si può presupporre che l’operazione sia
volutamente effettuata per generare utili dal nulla, pompando denaro
dallo Stato (RFI) dritto nelle tasche del trio imprenditori coraggiosi
di Grandi Stazioni SpA (mista).

Mentre Centostazioni SpA è una società per il 60% di FS e per il 40% di
Archimede (cordata privata con SAVE-Società aeroporti di Venezia e
Treviso come capofila) e ha un patrimonio immobiliare di 500000 m2.
SAVE è una società della Finanziaria Internazionale SpA, basata a
Conegliano, società di cartolarizzazione la più attiva d’Italia e tra
le più attive d’Europa. Ha costruito il suo patrimonio sulla
trasformazione dei debiti in titoli su cui specula. Anche qua stanno
preparando la sottrazione allo Stato di un patrimonio architettonico
inestimabile ai soliti fondi/banche.

Del resto la privatizzazione delle FS per intero è già prevista da vari
anni, e nel 2001 nel Libro Bianco sulle privatizzazioni predisposto dal
Ministero del Tesoro si parlava dell’accelerazione “dell’impiego del
“project finaning” e di forme di Public-Private partnership, estendendo
il concetto di privatizzazione alla realizzazione e gestione di
infrastrutture e servizi di pubblica utilità”.

Stato spolpato

Nel frattempo, la missione principale delle FS, il trasporto merci e
passeggeri su binario è trascurata, è un eufemismo. Ma Di Pietro
dovrebbe insistere di più sulle anomalie di struttura: tre società
immobiliari che percepiscono canoni di locazione dalle altre consociate
del Gruppo per i luoghi che devono occupare naturalmente per le
funzioni ferroviarie, sono certamente una stortura. Di Pietro oramai si
è capito che sbraita nel senso del pubblico ma poi fa il “loro” gioco.

Il Gruppo, avendo ripartito le funzioni ed effettuato scissioni tra
società, non ha ridistribuito e non ridistribuisce equamente gli utili,
anzi si direbbe che la creazione di alcune società abbia la specifica
funzione di “aspirare” un grosso flusso di utili e di liquidità dallo
Stato alle società semi privatizzate o che comunque lo saranno a breve,
e che operano tutte in attività secondarie. Il prossimo passo sarà la
privatizzazione delle chicche, quelle che “aspirano”, mentre
Trenitalia, RFI e Ferrovie dello Stato, le società che mantengono la
missione originaria, precipiteranno in un buco nero il cui onere sarà
fatto portare allo Stato, cioè a noi tutti. Per poi, sotto ricatto,
“regalarle”. E’ la nascita di un grande gruppo all’italiana.

Non si capisce come mai il governo, e in particolare il ministero delle
Infrastrutture/Trasporti, o quello del Tesoro, non intervengano più
pesantemente per controllare le spese delle FS: non è il governo
l’unico azionista, o meglio il maggiore "amministratore delegato" per
conto dello Stato? Allora perché non interviene nei conti, nelle spese
dissennate, negli impegni non rispettati e nei cambiamenti societari?

Invece propone o accetta gli aumenti di stipendio del consiglio di
amministrazione delle FS. Chi li ha autorizzati? E perché?

Il governo persegue, nei fatti, il sabotaggio con conseguente
privatizzazione/regalo, paradigma che oramai conosciamo. Se così non
fosse, interverrebbe, ad esempio trasformando subito le società “core
business” da SpA a una forma o l'altra di ente pubblico e interverrebbe
per riassestarle. O le dividerebbe in modo inequivocabile, rete
pubblica dello Stato da una parte e trasporti dall’altra, in regime di
mercato. Di certo non aumenterebbe gli emolumenti agli amministratori,
quando è alla luce del sole il degrado in cui versano i treni del
belpaese. Per esempio, li licenzierebbe.

Invece, oltre agli aumenti di stipendio, Mauro Moretti, amministratore
delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato è stato persino premiato, l’8
novembre scorso, dal comitato d’onore dell’associazione “Alba del Terzo
millennio” - titolo ermetico premonitore di codici da “Nuovo Ordine
Mondiale” - per i “traguardi tecnologici” raggiunti dalle FS.

E per la liquidazione del precedente presidente amministratore delegato
(liquidazione di 6 milioni 700 mila euro), fu addotta dal
sottosegretario al ministero dell’Economia Massimo Tononi una “clausola
di riservatezza contenuta nel contratto di lavoro” (…) "La quota
variabile è collegata al raggiungimento di obiettivi
economico-finanziari o di qualità del servizio, ricavati dagli
strumenti di pianificazione strategica ed operativa dell´azienda". Di
quali obiettivi parlava esattamente per essere coperti da una clausola
di riservatezza? E di quale pianificazione?

In quanto all'intervento del governo a difesa de "l'interesse
generale", materia sempre più censurata da un concerto mediatico che
applaude su ordine dei padroni, l'argomento addotto per l’inefficienza
è sempre lo stesso: il denaro e il taglio della spesa pubblica ripetuto
con ossessione martellante, dal fedele servitore, anche premiato
ultimamente con una promozione al FMI, Padoa Schioppa.

Lo Stato, si sa, è indebitato, la novità è che lo sarà sempre di più,
strozzato com’è dal debito pubblico, in una economia usurocratica che è
riuscita ad assoggettare le nazioni, rendendo gli enti pubblici, alla
stregua dei normali cittadini, insolvibili.[1] Mentre le società di
consulenza e/o i revisori contabili, veri e propri reparti crociati
della “globalizzazione”, come PricewaterhouseCoopers in questo caso, o
la Goldman Sachs per la Telecom Italia (ma anche la Warburg, la JP
Morgan, la Barclays, la Rothschild, la JP Morgan, la Lehman Brothers,
la ABN AMRO Rothschild ecc) sono sempre lì a “consigliare” le nostre
aziende (ex) pubbliche, forse sarebbe meglio dire a “dettare” al
governo il da farsi.

Come mai consigliano sempre male?

Le FS/Stato in mano al governo svizzero?

Uno dei finanzieri delle FS è un ente di diritto svizzero chiamato
Eurofima, fondato nel 1955 per una durata di 50 anni, prorogato fino al
2059. Su Eurofima le notizie sono molto discrete: esso si presenta
ambiguamente come un ente sovranazionale pubblico, ma in realtà è
(anche) una società per azioni partecipata da 25 Stati/ferrovie degli
Stati europei (tranne le ferrovie britanniche).

Eurofima, nata in virtù sia di una Convenzione tra Stati sia di uno
statuto da società per azioni (peraltro quotata in borsa), ha la
missione dichiarata di reperire i fondi, in borsa, per finanziare,
mediante mutui/leasing l’acquisto di materiale ferroviario europeo ai
suoi azionisti che sono anche i suoi clienti...

Saltano tuttavia agli occhi alcune anomalie: Eurofima, dal sito
eurofima.org tipico delle no profit, si presenta tuttavia con il
simbolo del brevetto ® tipico delle Corporation che traggono utili
dalle royalties; Eurofima gode di un regime fiscale particolarmente
favorevole per non dire completamente esonerato dalle imposte,
peculiare per una società per azioni/holding che compie operazioni
finanziarie e che è quotata in Borsa… Inoltre Eurofima, dichiaratamente
sia negli scopi che nella composizione “presenta un interesse pubblico
e natura internazionale”. Ma all’articolo 1 della Convenzione,
sottoscritta dai governi dei vari Stati le cui ferrovie (o
amministrazioni delle ferrovie) sono azioniste, si antepone l’interesse
della stessa alle leggi statali. [2]

In pratica si tratta di un ente sovranazionale di diritto svizzero,
sottoscritto dai governi europei che è nel contempo una SpA i cui
azionisti sono le rispettive ferrovie degli Stati firmatari, e a cui
eroga finanziamenti per l’acquisto di materiale ferroviario, ottenendo
i fondi con operazioni finanziarie, il tutto esentasse.

C’è di più: se per tutte le questioni di ordinaria amministrazione, gli
azionisti, ossia le ferrovie dei vari Stati aderenti, godono dei
normali diritti di una qualsiasi SpA, per le decisioni più importanti -
cambiamenti di statuto, aumenti o diminuzioni del capitale sociale,
diritti di voto degli azionisti, composizione del consiglio di
amministrazione e ripartizione degli utili - decide il governo
svizzero.

E non è tutto: assumendo le funzioni di una banca nei confronti delle
ferrovie degli Stati, finanzia il materiale ferroviario ai suoi
azionisti/clienti tramite prestiti e titoli, e accorda in leasing lo
stesso materiale che vende/finanzia. Materiale che rimane di sua
proprietà fino al totale pagamento del debito. Ad esempio, per il 2006,
i debiti obbligazionari delle FS nei confronti di Eurofima ammontavano
a “600 milioni di euro (…) per il finanziamento degli investimenti in
materiale rotabile di Trenitalia SpA”.

Naturalmente, come una banca essa chiede garanzie, garanzie che
serviranno a risarcirla in caso d’inadempienza del debitore, oltre al
diritto di possesso del materiale ceduto in leasing. In caso di
cessazione del contratto, non solo il materiale ritorna di diritto a
Eurofima, ma anche le garanzie rimarranno ad essa per tutta la durata
dell’obbligazione contrattuale…(2055)

Insomma, nella struttura stessa, Eurofima racchiude più di una
contraddizione, organizzazione internazionale e SpA; ma dovremo
abituarci visto che è ciò che ci propineranno sempre di più nel
“governo globale” che ci preparano; basti pensare alla Banca Centrale
europea SpA ©

Del resto tutto chiaro e limpido non dev’essere se si può leggere in un
documento della società di rating StandardandPoor’s, del 20 settembre
scorso [3] che “le autorità UE non hanno mai indagato sul finanziamento
degli aderenti di Eurofima e sulla struttura delle garanzie.
Nell’improbabile eventualità che avvengano queste indagini, il debito
emesso precedentemente da Eurofima non potrebbe essere colpito, perché
qualsiasi normativa UE in merito non potrà essere applicata
retroattivamente. La qualità del credito delle obbligazioni emesse
precedentemente non potranno quindi essere danneggiate da qualsiasi
normativa europea in merito.” Come dire chi ha preso ha preso, chi ha
dato ha dato, scordiamoci il passato…

Come si legge nel rapporto di Moody’s, l’attività di Eurofima è
l’erogazione di finanziamenti per l’acquisto/leasing di materiale
rotabile ma con la garanzia dello Stato; in caso di privatizzazioni
delle ferrovie, la società di valutazione rassicura in quanto le
ferrovie continueranno a beneficiare della doppia garanzia: Stato e
ferrovie, pena l’esclusione dalla SpA. Ossia si privatizzano gli utili
e si nazionalizzano le perdite e, en passant, si cartolarizza il
debito. Eurofima ha perciò interesse che FS sia indebitata..

Degrado strumentale

Dietro le quinte chi si può avvantaggiare del degrado e
dell’indebitamento di FS sono anche le banche di affari angloamericane
Goldman Sachs, Schroder e altre, che da quindici anni hanno pianificato
e preparato le privatizzazioni massicce delle grandi aziende di Stato
italiane. Nel frattempo si manipola l’opinione pubblica, presentando il
paese e gli italiani come persone incapaci di gestire le proprie
aziende – vero nei limiti in cui le persone messe ai vertici di queste
società sono premiate per farle fallire e svenderle non certo per farle
funzionare - per propinarci la solita “soluzione salvifica” (cfr.
Alitalia) acquisendoci per un niente. Lo sbarco degli americani non la
smette di accadere, in questo dopo guerra che si è incantato.

Per gli utenti/cittadini, meglio sarebbe dire "sudditi/clienti", uno
degli aspetti del programma di privatizzazioni sono anni e anni di
disagi e degrado via via sempre maggiori, strumentali alla “soluzione”
cessione: aumenti tariffari, linee dismesse, piccole stazioni chiuse
perché non "redditizie" o portate avanti solo a costo di milioni di
sovvenzioni pubbliche regalate a monopoli privati, rami/binari seccati
e tagliati, o "ceduti" con tanto di dipendenti precarizzati e
licenziati (cfr. sciopero dei trasporti del 30 novembre), treni lerci
con escrementi e opere inutili e dannose pagate dalla collettività.

Come in Liguria, Ponente, dove stanno trasportando la tratta con vista
mare verso l'entroterra, eliminando un bel po’ di stazioni intermedie.
Facendo persino rimpiangere Mussolini che, ideatore della rete attuale,
fu campione d'equità sociale nel realizzare quella sua idea di portare
il treno in ogni comune d'Italia, a costo abbordabile per tutti. E
bisogna dire che ci era riuscito.

Quando le ferrovie saranno fallite/regalate, Di Pietro e tutti gli
altri potranno fare il loro show mediatico, o prendersela con Moretti,
ma non sono loro che stanno accettando e governando questa situazione?
Licenziassero Moretti e gli altri se non sono contenti. E comunque se
volessero cambiare qualcosa imporrebbero un mutamento innanzitutto
all’assetto societario, un accorpamento da una parte, e una divisione
chiara e netta tra ciò che è di rilievo e competenza pubblica e ciò
che, secondo l’Europa, deve essere in regime di mercato. Eppure nessuno
ne parla. Nessuno parla del danno che provocano le miste, o
dell’inadeguatezza della struttura a SpA e ad holding per le ferrovie
dello Stato. Perché il gruppo FS è già una mista, sia con le società
che abbiamo visto sopra, sia con il meccanismo di finanziamento
Eurofima, sia con gli strumenti derivati sia con la struttura a SpA.
Sia essendo azionista di una SpA quotata in Borsa…

Ma non dovrebbe più essere un mistero per nessuno, tranne che per
qualche economista dogmatico o per chi cede al ricatto del debito,
purtroppo troppi, che la commistione pubblico/privato soprattutto per
la gestione di settori d’interesse generale (trasporti, acqua, energia,
salute, ecc: da definire sovranamente!!!) provoca solamente catastrofi
e che sempre meno è auspicata dal pubblico in quanto causa di spese
eccessive dello Stato, aumenti tariffari, e diminuzione del servizio
nella forma di soppressione di tratte capillari non redditizie
(capillarità non redditizia)

E l’ora di smetterla d’invocare l’Europa come scusa per continuare su
questo terreno. E’ l’ora di non subire più tutto quello che viene
dall’Europa, come se al momento delle decisioni i nostri politici non
fossero stati presenti; sarebbe l’ora, infine, per alcune materie, di
fare come gli inglesi con la moneta: opting-out, chiamarsi fuori (che
siedono però tra gli azionisti della BCE). O come i francesi con Edf e
GdF , temporeggiare…[4] Si chiama Europa à la carte…

Ma lo spettacolo desolante e insopportabile è che le redini sfuggono di
mano ai politici, con programmi imposti dall’alto, o da oltralpi, di
cui nessuno degli esecutanti è tenuto a rendere conto ai cittadini e il
cui scopo è, fin troppo evidente, la soppressione del residuo potere
dello Stato e il trasferimento di tutte le sue ricchezze nelle mani di
qualche banca d’affari e di qualche holding, magari straniera, magari
con “incroci incestuosi”.

Nazionalizzazione liberale

Eppure nella storia delle ferrovie, nate come società private, vi era
stata una nazionalizzazione salvifica ad opera dei liberali, nel 1905,
anno in cui Giolitti, che si dimise in seguito, per far fronte al
disservizio delle società private di gestione che alla fine dell’800
“non garantiscono condizioni di viaggio sostenibili”, emana l’atto di
nazionalizzazione della rete ferroviaria.

Se non rovesciamo la tendenza con un pesante risveglio grazie a un
bombardamento informativo massiccio e un sostegno alla magistratura,
tutti gli altri settori che ci rimangono saranno i prossimi bersagli,
dopo le Poste, le Ferrovie e la Compagnie di bandiera, la Scuola, la
Sanità e la Polizia. Perché, dobbiamo obbedire all’OCSE [5] che scrive
: “Se si diminuiscono le spese di funzionamento, bisogna essere attenti
a non diminuire la quantità di servizi, al costo di ridurne la qualità.
Si possono ridurre ad esempio i crediti di funzionamento per le scuole
e le università, ma sarebbe rischioso ridurre il numero di alunni o
studenti. Le famiglie potrebbero reagire male al fatto di veder
rifiutare l’iscrizione dei propri figli, ma non ad un calo graduale
della qualità dell’insegnamento. Ciò si opera pian piano al fine di
evitare l’insoddisfazione generale della popolazione”. Perfettamente in
linea con Mr. Gelli.

Vi chiedete ancora chi sia Alba Terzo Millennio o perché Moretti sia
stato premiato?

Nicoletta Forcheri

martedì 29 aprile 2008

Garibaldi ferma a Civitavecchia sale la tensione fra i lavoratori

Golfo Aranci - Il rinvio della soppressione del servizio di trasporto merci Golfo Aranci Civitavecchia inizialmente previsto per il primo aprile e poi fatto slittare a giugno, aveva concesso una tregua sul fronte della preuccupazione ai lavoratori golfarancini, una cinquantina in tutti tra marittimi impiegati sulla Garibaldi e personale a terra. Ora, però, la tensione inizia a salire di nuovo: per tre giorni, la nave che trasporta i carri ferroviari da e per la Sardegna non viaggerà, resterà ferma a Civitavecchia.




Una sosta che potrebbe non avere nulla di strano considerato il ponte festivo se non fosse che voci ufficiose arrivate ai lavoratori e ai sindacati annunciano che la Garibaldi viaggerà solo quattro giorni la settimana anzichè sette come fatto finora. Una notizia che sta mettendo in allarme i lavoratori che vedono in questa decisione l'anticamere della dismissione.
"Sappiamo che la nave resterà ferma per via del ponte festivo - spiega il segretario generale della Filt Cgil di Civitavecchia, Luciana Capollino, a cui fa capo il personale navigante del comune gallurese -. Ma la cosa ci preuccupa e non poco, visto che ufficiosamente sappiamo che la Garibaldi dovrebbe fare il servizio di trasporto merci solo quattro giorni la settimana. Di comunicazioni ufficiali da parte della rete ferroviaria italiana e di Trenitalia però non ne abbiamo. Il 18 aprile scorso ci sarebbe dovuto essere un incontro con l'amministratore delegato Rfi e i sindacati, invece, è saltato e non è stata ancora comunicata la nuova data. Per questo, le segreterie territoriali si stanno già mobilitando per decidere come procedere con l'azione di lotta".
Lo slittamento della sospensione era apparso per i lavoratori come una speranza per scongiurare la fine del servizio con la chiusura a Golfo Aranci dell'unica porta d'ingresso e d'uscita del trasporto merci ferroviario dell'isola. Una speranza che si sta riducendo a lumicino. "Temiamo che questo sia il preludio della dismissione - dice Tommaso Magis, cuoco a bordo della Garibaldi da più di trent'otto anni -. Tra l'altro, è una decisione che ci penalizza gravemente visto che, quando la nave è ferma a Civitavecchia, dovremmo raggiungerla a nostre spese e fare altrettanto per rientrare a casa".
La dismissione del servizio merci coinvolgerà centinaia di posti di lavoro: oltre cento marittimi impiegati sulla Garibaldi tra Golfo Aranci e Civitavecchia, a cui si aggiunge il personale a terra come addetti alle manovre, alle gestioni merci e formatori treni. Oltre trecento in tutto, tra dipendenti della Rfi che ha in gestione la linea ferroviaria e il servizio traghettamento, e di Trenitalia.

Da La Nuova Sardegna del 25/04/2008

lunedì 28 aprile 2008

Avvisatore

Tariffe ferroviarie fuori controllo. Quasi quanto i finanziamenti pubblici al Gruppo FS

Avvisatore

venerdì 25 aprile 2008

dal Sardegna

TRASPORTI
Accordo ferrovie
Italia aiuta l'Egitto
Le Ferrovie dello Stato, nei
prossimi 5 anni, supporteranno
il Governo Egiziano nel piano
di ristrutturazione del settore
trasporti. La delibera è stata approvata
dal Ministero degli Affari
Esteri, nell’ambito degli accordi
di cooperazione internazionale
avviati tra i due Paesi.
L'azienda italiana fornirà tecnologia
e Know how ed è stata
scelta dal Ministero egiziano
per rilanciare il sistema ferroviario
nazionale. Il finanziamento
del primo triennio sarà
pari a 4,8 milioni di euro.
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I commenti li abbiamo gia fatti nei giorni scorsi...continua a sorprendermi il Sardegna che parla di fs solo per fare propaganda.

giovedì 24 aprile 2008

Regione Autonoma della Sardegna - Servizi - Rassegna stampa - E le Ferrovie battono cassa: senza risorse ridurremo i treni

Regione Autonoma della Sardegna - Servizi - Rassegna stampa - E le Ferrovie battono cassa: senza risorse ridurremo i treni
24.04.2008
ROMA — «Le Ferrovie non sono Alitalia. Proprio per questo allo Stato diciamo che se non ha i soldi per coprire certe tratte, vuol dire che le taglieremo ». Mauro Moretti, ammini-stratore delegato di Fs, ha intenzione di difendere con i denti i risultati del gruppo. Il bilancio 2007, approvato ieri, si è chiuso con una riduzione delle perdite pari all'80% sul 2006: un «rosso» di 409 milioni contro quello di oltre 2 miliardi, frutto della precedente gestione. Certo ci sono 551 milioni di parte straordinaria, provenienti dal riconoscimento di somme dovute per i servizi prestati fino al 2003 e a accantonamenti straordinari, ma il dato da guardare è quello del margine operativo lordo, tornato positivo per 463 milioni contro i -650 del 2006. Si tratta dell'effetto dell'aumento dei ricavi di traffico cresciuti del 14,4% (c'è da ricordare l'aumento delle tariffe fino al 10% su alcune tratte) e, tra questi, degli introiti derivanti dai contratti di servizio che sono lievitati di un terzo. «Abbiamo aumentato i ricavi del traffico internazionale e in particolare di quello merci, lavorando molto sulla Germania» spiega Moretti. Dall'altra parte c'è il taglio dei costi, pari a 131 milioni di euro. Una tabella, inedita per le Fs in termini di trasparenza, chiarisce quali voci abbiano subito i maggiori interventi: il 74% riguarda il vestiario; il 73% deriva dal rinnovo dei contratti di vigilanza in termini più economici; il 56% dai risparmi sulle relazioni esterne (ma anche sulle quote associative, come quelle pagate a Confindustria che Moretti ha compresso). Poi c'è il dimezzamento dei costi della convegnistica, mentre le spese per le consulenze diminuiscono di un quarto, fermandosi a 62 milioni. Quanto alle singole società del gruppo, Rfi (che gestisce la rete) si mantiene in sostanziale pareggio, mentre Trenitalia, la controllata che gestisce il traffico, che da sola nel 2006 ha perso 2 miliardi e subirà l'abbattimento del capitale, ha registrato un «rosso» contenuto, pari a 403 milioni, con una forte stretta dei costi che calano del 4%. Restano i problemi di un gruppo che aspetta di poter attuare il piano di riorganizzazione che avvierebbe una rivoluzione nella gestione delle tratte, lasciando a Fs la gestione di quelle economiche e rimettendo all'iniziativa del governo la decisione di sovvenzionare quelle in perdita come «servizio universale». Il piano d'impresa chiede all'azionista due miliardi per la ricapitalizzazione di Trenitalia, la metà già per quest'anno. Di questi un terzo è destinata al mantenimento dell'attuale livello dei servizi regionali: l'esecutivo Prodi ne ha stanziati solo 40. «Mi aspetto che il nuovo governo provveda al resto - conclude Moretti-. Altrimenti non resta che tagliare. Noi non saremo un'altra Alitalia ». Antonella Baccaro

Fs: nel 2007 perdite abbattute dell'80% - Il Sole 24 ORE

Forse è vero. lo dice il Sole e anche il corriere; o è la solita propaganda su larga scala per smentire le drammatiche notizie dei giorni scorsi?

Fs: nel 2007 perdite abbattute dell'80% - Il Sole 24 ORE

http://www.corriere.it/economia/08_aprile_23/fs_migliorano_conti_dec96924-1152-11dd-b319-00144f486ba6.shtml

mercoledì 23 aprile 2008

va tutto bene!!!?

Appena tre giorni fà Libero Mercato riportava i dati tecnici che attestano la disastrosa situazione di fs/trenitalia/rfi/cargo/ecc.ecc.ecc.
Oggi l'Unione Sarda/sorda/cieca/muta/ecc.ecc.ecc. dedica un'occhiello alla "reale"(?) situazione del gruppo che, stando alle parole di Moretti, è tutt'altro che compromessa anzi, i dati di bilancio del 2007 parlano di una forte ripresa in tutti i settori (merci comprese)che ha contribuito ad abbattere notevolmente il deficit di bilancio dell'anno scorso. se poi aggiungiamo che il progetto faraonico, che vedeva una valanga di cemento armato inondare la zona dello scalo merci, per la costruzione del campus universitario è al momento bloccato,..........non vorrei dirlo per scaramanzia,ma allora......,
VA TUTTO BENE !!!!!?

P.S.:CLAMOROSO! la notizia è riportata anche dal "Sardegna" che dopo più di due mesi di inspiegabile (spiegabilissimo) silenzio, torna a parlare di ferrovie.

Flickr – Download di foto: paulo mendes da rocha, sao paulo april 2006

Non c'entra niente (o forse si) ma mi sta a cuore l'argomento. per cui vi invito a dare un'occhiata a questo mirabile esempio di architettura moderna creato dalla fervida mente del geniale architetto Da Rocha. da notare l'armoniosa distribuzione degli spazi verdi.

Flickr – Download di foto: paulo mendes da rocha, sao paulo april 2006

martedì 22 aprile 2008

Sardegna fatti più bella

Un altro puntuale intervento dell'On.Diana.
Su questo problema che ci tocca anche se indirettamente da molto vicino, avevo già postato un pezzo dal titolo "oggi parliamo d'altro" il 15 marzo. Vi invito a rivederlo perchè ci sono tutte le risposte alle domande di questa interrogazione.


"IL MINUETTO DEI TRENI BIDONE

E’ vero che la Regione ha acquistato altri sei treni Minuetto, oltre ai quattro già consegnati nei mesi scorsi? E qual è lo stato di operatività di questi ultimi? Lo chiedono i consiglieri regionali di Alleanza Nazionale, Mario Diana e Antonello Liori, in un’interrogazione all’Assessore regionale ai Trasporti, Sandro Broccia.

I due fanno riferimento ai quattro treni recentemente acquistati dalla Regione, i quali, si legge nell’interrogazione, “dovrebbero essere attualmente operativi sulla rete ferroviaria sarda”. Alla luce del fatto che “in altre Regioni italiane nelle quali sono in funzione, i treni Minuetto hanno evidenziato gravi problemi che ne hanno pesantemente condizionato l’operatività e che hanno richiesto l’investimento di ingenti risorse per interventi di riparazione e manutenzione straordinaria” e che “l’Amministrazione regionale ha più volte annunciato attraverso gli organi di informazione l’intenzione di acquistare altri sei treni Minuetto”, Diana e Liori chiedono a Broccia se i sei nuovi treni sono stati effettivamente acquistati e sono attualmente in possesso della Regione, “qual è il loro stato di operatività ed entro quale data si prevede che possano entrare in funzione sulla rete ferroviaria sarda”.

Inoltre, i due consiglieri vogliono sapere “qual è lo stato di operatività dei quattro treni Minuetto acquistati in precedenza”, se su di essi “sono stati eseguiti interventi di riparazione o manutenzione straordinaria a carico della Regione e, in caso affermativo, per quanto tempo i treni non sono stati in grado di operare”. Infine, si chiede “a quanto ammontano le risorse finora stanziate dalla Regione per l’acquisto dei treni Minuetto, per i relativi interventi di riparazione o manutenzione e per gli eventuali interventi di adeguamento della rete ferroviaria che si fossero resi necessari in seguito al loro acquisto”.

INTERROGAZIONE DIANA – LIORI, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di operatività dei treni Minuetto recentemente acquistati dalla Regione

I sottoscritti,

PREMESSO che risultano recentemente acquistati dalla Regione Sardegna quattro treni del modello noto con il nome di Minuetto;

CONSIDERATO che tali treni dovrebbero essere attualmente operativi sulla rete ferroviaria sarda;

VALUTATO che in altre Regioni italiane nelle quali sono in funzione, i treni Minuetto hanno evidenziato gravi problemi che ne hanno pesantemente condizionato l’operatività e che hanno richiesto l’investimento di ingenti risorse per interventi di riparazione e manutenzione straordinaria;

SOTTOLINEATO che l’Amministrazione regionale ha più volte annunciato attraverso gli organi di informazione l’intenzione di acquistare altri sei treni Minuetto;

CHIEDONO DI INTERROGARE

l’Assessore regionale ai Trasporti

affinché riferisca

Se i sei treni Minuetto di cui sopra sono stati effettivamente acquistati e sono attualmente in possesso della Regione Sardegna;

Qual è il loro stato di operatività ed entro quale data si prevede che possano entrare in funzione sulla rete ferroviaria sarda;

Qual è lo stato di operatività dei quattro treni Minuetto acquistati in precedenza dalla Regione;

Se, su tali quattro treni, sono stati eseguiti interventi di riparazione o manutenzione straordinaria a carico della Regione e, in caso affermativo, per quanto tempo i treni non sono stati in grado di operare;

A quanto ammontano le risorse finora stanziate dalla Regione per l’acquisto dei treni Minuetto, per i relativi interventi di riparazione o manutenzione e per gli eventuali interventi di adeguamento della rete ferroviaria che si fossero resi necessari in seguito al loro acquisto."

Sardegna fatti più bella

Ferrovie On Line :: Leggi il Topic - L'esperienza delle FS per l'Egitto | Del 10/04/2008

questo forum è esilarante!!! ogni tanto ci vuole per sdrammatizzare la situazione
Buon divertimento
Ferrovie On Line :: Leggi il Topic - L'esperienza delle FS per l'Egitto | Del 10/04/2008

lunedì 21 aprile 2008

Ora Trenitalia rischia il fallimento

Libero Mercato 18 aprile 2008

L'abbattimento del capitale non basta. Le perdite del 2007 e del 2008 richiederanno altre iniezioni di soldi pubblici per evitare il crac, sempre che Bruxelles non lo vieti
I tempi sono stretti. E il sentiero impervio. Trenitalia dovrà trovare risorse fresche entro il 2008. E dovrà farlo senza incappare nell'altolà di Bruxelles. Solo così potrà scongiurare un rischio di fallimento che potrebbe concretizzarsi già con la chiusura dell'attuale esercizio. I tecnici di Mauro Moretti sono già al lavoro. Il tema sarà portato sul tavolo del consiglio di mercoledì prossimo che dovrebbe approvare i conti del 2007 del gruppo Fs. Ed è proprio lì che iniziano i guai.
Per far quadrare il bilancio della società di trasporto Moretti sarà costretto ad abbattere il capitale. Operazione che, come anticipato da LiberoMercato del 12 aprile, permetterà di compensare i 402 milioni di perdite registrate nel 2007 e gli 1,644 miliardi accumulati nel 2006 e portati a nuovo nell'esercizio successivo. Il buco complessivo di oltre 2 miliardi dovrebbe essere coperto da una riduzione del patrimonio netto di 1,536 miliardi e dall'utilizzo del fondo di riserva per rischi e oneri, in cui nel 2007 per effetto della scissione di Ferrovie Real Estate sono stati versati 510 milioni. A conti fatti il capitale sociale di Trenitalia passerebbe dagli attuali 2,569 miliardi a 1,033 miliardi. E qui sono subito altri dolori.
Le perdite del 2007 (402 min) supererebbero di nuovo la quota di un terzo del capitale. E imporrebbero di nuovo di attenersi alle disposi -zioni previste dall'articolo 2446 del codice civile: abbattimento o ricapitalizzazione. Il bivio, insomma, è lo stesso del 2007, quando la società de -cise ad aprile di rinviare gli obblighi previsti dalla legge nella speranza che il governo provvedesse a finanziare l'aumento di capitale da 2 miliardi pre -visto dal piano industriale 2007-2011.
Il problema è che, malgrado gli attestati di approvazione più o meno generalizzati, la firma dell'esecutivo sotto il piano industriale non è mai arrivata. E i soldi nep -pure. Quest'anno, però, la situazione è più drammatica e il nodo non più rinviabile. Un nuovo abbattimento del capitale porterebbe infatti il patrimonio a circa 600 milioni di euro. Volete sapere quante sono le perdite tendenziali previste per il 2008? Esattamente 600 milioni. Questo significa che l'azienda delle Fs guidata da Gianfranco Laguzzi si troverebbe con un capitale azzerato dalle perdite e la necessità di avviare le procedure per il fallimento.
Se il problema è chiaro, molto meno lo è la soluzione. Sul bilancio della compagnia già dai prossimi mesi inizieranno a pesare i tagli imposti dal governo Prodi nella finanziaria 2007 e poi nel milleproroghe, con cui Palazzo Chigi ha concesso a Trenitalia risorse necessarie a tamponare le spese del trasporto regionale soltanto per i primi tre mesi del 2008. Dovevano essere 190 milioni fino a giugno, ne sono arrivati solo 80. In mancanza di quei soldi Moretti ha già minacciato un taglio del 15% dell'offerta. Ma l'arma è spuntata.
La riduzione delle corse o la cancellazione delle tratte non si abbatterà soltanto drammaticamente sui pendolari, ma anche sui conti dello stesso gruppo Fs. Nelle infinite partite di giro delle varie società, infatti, c'è n'è una fondamentale che riguarda il pagamento dei pedaggi alla rete di trasporto. In altre parole, se Trenitalia viaggia meno e spende meno, Rfi incassa meno. E il guadagno è bello che bruciato. Senza contare che nel frattempo il settore cargo continua a perdere risorse senza sosta.
L'unica soluzione immediata ed efficace sarebbe quella dell'aumento di capitale finanziato dal Tesoro. Su questo terreno, però, non ci smuove senza l'autorizzazione della Commissione Uè. Lo sa bene Moretti, che non a caso nel piano industriale parla di una «ricapitalizzazione da effettuarsi mediante capitale pubblico attraverso la procedura di aiuti di Stato approvata da Bruxelles». L'operazione che il manager delle Fs ha in mente è quella effettuata nel 2007 da Sncf (le ferrovie francesi), che ottenne il via libera della Commissione in cambio di una accelerazione sul processo di liberalizzazione e sulla dismissione di quote dimercato. Non è chiaro, ovviamente, cosa nel dettaglio potrebbe essere offerto a Bruxelles.
Di sicuro, il nodo dovrà essere sciolto il prima possibile. Anche e soprattutto tenendo conto dei tempi burocratici di una autorizzazione comunitaria. Il dossier, insomma, dovrà arrivare sul tavo -lo di Berlusconi al fianco delle altre questioni urgenti come Alitalia ed emergenza rifiuti. E non è escluso che la mina esploda ancor prima che il Cavaliere possa tornare a Palazzo Chigi.
I sindacati, ad esempio, non hanno alcuna intenzione di lasciar passare tempo prezioso. E porteranno il tema all'attenzione dell'azienda e dell'opinione pubblica in occasione dello sciopero previsto per il 9 maggio. La protesta riguarda la difficile trattativa delrinnovo contrattuale. Mase «l'azienda fallisce, è inutile portare a casa un nuovo contratto», fa giustamente osservare una fonte sindacale.
Quindi, il confronto verterà anche sulla difficile situazione contabile della società. Nell'attesa, per evitare problemi, pare che qualcuno abbia fatto sparire dal sito delle Fs i bilanci separati delle varie società. Chi vuole può guardarsi il consolidato del gruppo. La trasparenza prima di tutto.
Sandro Iacometti
Libero Mercato 18/04/2008

venerdì 18 aprile 2008

FSNews - Serbia: alle Ferrovie dello Stato l’incarico di curare il Piano Nazionale dei Trasporti

non ho nessuna voglia di aggiungere il solito commento sarcastico all'ennesimo comunicato di propaganda delle fs.
l'impegno che Moretti col suo gruppo sta mettendo in ogni angolo del mondo è esemplare. Rimango sempre più allibito....
FSNews - Serbia: alle Ferrovie dello Stato l’incarico di curare il Piano Nazionale dei Trasporti

...si curassero un po più di noi...

TRENITALIA affossa l'economia Sarda

Questo pezzo è uscito il 9 marzo sul sito della Cgil Sassari.Purtroppo l'ho trovato solo oggi, comunque eccolo qua. Come al solito... non ci sono commenti.

Quanto sta accadendo in Sardegna, in materia di trasporto ferroviario, dimostra con tutta evidenza quello che la Filt Cgil ha denunciato ogni anno da oramai oltre venti anni. Adesso, il disegno di Trenitalia si sta manifestando in maniera chiara e brutale. Mancano poco meno di venti giorni e le Ferrovie dello Stato chiuderanno definitivamente il trasporto merci su ferrovia in Sardegna. Infatti, dal 1° aprile 2008 le stesse Ferrovie hanno comunicato ai loro clienti che non potranno più garantire il trasporto delle merci da e per la nostra Isola. Tale decisione, è bene sottolinearlo, è stata presa senza coinvolgere non solo le Organizzazioni Sindacali, ma neppure le Associazioni Datoriali e gli stessi Amministratori Regionali. Le motivazioni della chiusura addotte dall' ing. Moretti, Amministratore Delegato delle Ferrovie, sono quelle dei costi. A suo dire, gli oneri che Trenitalia è costretta a pagare a garanzia del trasporto merci sono insostenibili.


A tal proposito, è opportuno fare chiarezza su quello che spende FS Cargo (trasporto merci) e quello che introita FS RFI (infrastruttura).Ogni anno FS Cargo spende in Sardegna risorse pari a €. 25 milioni. Di questi €. 25 ML, ben €. 17 ML vengono "girati" da Cargo ad RFI per il servizio di traghettamento dei carri ferroviari e per le tracce orarie dei treni merci. Questo fatto da solo comporta che il 70% delle risorse spese annualmente da FS Cargo in Sardegna, servono al pagamento degli oneri della infrastruttura.Solo questo aspetto, mette fuori mercato il servizio del trasporto merci su ferrovia in Sardegna ma, cosa assai più grave ed inspiegabile, è che in nessuna altra Regione d'Italia viene chiesto un simile balzello. Un altro aspetto importante per comprendere meglio in che termini viene effettuato il trasporto merci su ferro in Sardegna è quello delle risorse. E' necessario sapere che FS RFI (Infrastruttura), a seguito di una convenzione con lo Stato Italiano, detiene il monopolio del servizio di traghettamento dei carri ferroviari da e per la Sardegna e che, per questo onere di servizio, introita €. 15 milioni annui. A questo importo, ricordiamo debbono essere aggiunti i 17 milioni di euro citati in precedenza, per un totale di €. 32 milioni di euro annuali incassati da RFI che offre ai cittadini ed agli imprenditori sardi un servizio di traghettamento dei carri ferroviari con una sola nave: la Garibaldi. Agli inizi degli anni novanta, in Sardegna, attraccavano di volta in volta quattro navi traghetto per il trasporto passeggeri e merci. Nel 1999 le navi traghetto sono passate a due (la Garibaldi e la logudoro). Già da allora denunciammo questi fatti. Nonostante gli Accordi di Programma Quadro sottoscritti a metà degli anni novanta e le Intese istituzionali Stato/Regione sottoscritte con le Ferrovie dello Stato nell'aprile del 1999, non vi è stato da parte di FS alcun rispetto di quanto concordato. La mancata realizzazione di quanto convenuto a suo tempo, ha comportato un costante degrado della rete ferroviarie sarda a cui si deve aggiungere la riduzione progressiva non solo delle merci, ma anche dei passeggeri trasportati. A gennaio del 2000, manifestammo tutta la nostra preoccupazione e esprimemmo tutto il nostro disappunto. Alla Regione Sardegna, allo Stato ed alla stessa Filt Nazionale, annunciammo che le condizioni che si andavano delineando avrebbero comportato inevitabilmente, prima la marginalizzazione e successivamente la dismissione da parte di FS del trasporto ferroviario. Già allora, denunciammo all'opinione pubblica ed alle Istituzioni che: - i traghetti sulla linea Golfo Aranci - Civitavecchia erano insufficienti, inefficienti; - lo stesso Piano di Impresa delle Ferrovie del 1999 prevedeva una fortissima riduzione del numero dei carri ferroviari da traghettare. Si pensi che nel 1999 venivano traghettati n. 150 carri al giorno, nel 2003 n. 75 ed attualmente vengono imbarcati n. 40 carri. Nel 2003, anno in cui la società Italferr consegnò uno studio di fattibilità per la Regione Sardegna nel quale veniva proposta una soluzione alternativa al traghettamento tradizionale delle merci con in allegato una attenta analisi di sostenibilità anche dal punto di vista economico, ci rendemmo conto da subito che, l'attuale Amministratore Delegato delle Ferrovie l'ing. Mauro Moretti, allora responsabile di RFI, non solo non prese in considerazione tale studio ma lo accantonò perché "non interessato !!!). Sottolineiamo che questo studio di fattibilità fu pagato dalla Regione Sarda (600 milioni di lire) e dalla stessa FS Cargo (400 milioni di lire) e sebbene la proposta contenuta nel piano di fattibilità venne accolta dalla Regione che si mossa immediatamente per trovare la dovuta copertura finanziaria, venne accantonata dalle Ferrovie. Appare evidente che alla dirigenza delle Ferrovie, già allora interessava e, cosa grave, interessa tutt'oggi intascare solo ed esclusivamente il contributo statale. Infatti, se si fosse data applicazione dello studio dell'Italferr che, tra le altre cose prevedeva il superamento del traghettamento tradizionale, non ci troveremmo a discutere di dismissione a causa di elevati costi. Non aver dato applicazione a quanto previsto dallo studio di fattibilità, ha comportato che il trasporto merci su ferrovia è diminuito di oltre il 70% rispetto all'anno 1999. A questo, inoltre, dobbiamo aggiungere il blocco degli investimenti rispetto anche al materiale rotabile che ha relegato il ruolo del trasporto su ferro soprattutto per le merci pericolose. Ricordiamo che attualmente, nella nostra Isola, il trasporto delle merci su rotaia avviene solo per il 3% . Su tutti i punti esposti, si sono tenuti negli ultimi otto mesi numerosissimi incontri con le Istituzioni Regionali che hanno condiviso non solo la nostra preoccupazione ma anche le nostre proposte volte al riequilibrio modale quale unica soluzione al problema. In sintesi la proposta della Filt Cgil, fatta pervenire al Ministro dei Trasporti, alla Regione Sardegna ed alla stessa Trenitalia è la seguente: Azzeramento del Piano di Impresa delle Ferrovie in tutte quelle parti dove si prevede la dismissione del servizio merci su ferrovia in Sardegna; Attivazione di un tavolo di confronto con Trenitalia e con il Ministero dei Trasporti che si ponga come obbiettivo strategico il rilancio del trasporto merci e passeggeri su ferrovia Recepimento delle risorse necessarie per l'ammodernamento della rete ferroviaria e che la rete stradale sarda non può più sopportare i flussi Questa nave traghetto, oltre che essere totalmente insufficiente per soddisfare anche solo sufficientemente il trasporto delle merci, si pensi che può traghettare massimo n. 40 carri ferroviari a tratta, è pure obsoleta. Con decorrenza 1° aprile 2008 le Ferrovie dello Stato chiudono definitivamente il trasporto merci per ferrovia in Sardegna. Tale decisione, comunicata dalle Ferrovie dello Stato alla clientela e non alle Organizzazioni Sindacali e alla Regione Sardegna, creerà danni ingenti all'economia della Sardegna sia in termini di perdita di posti di lavoro che di costi aggiuntivi per il settore del trasporto merci. Trenitalia S.p.A. valuta non più sostenibili gli oneri che è costretta a pagare per effettuare il servizio. Attualmente, su 25 milioni di euro di costo annui sopportati dalla Divisione Cargo in Sardegna ben 17 milioni sono elargiti ad R.F.I. S.p.A. per il traghettamento dei carri ferroviari e per le tracce orarie dei treni merci, vale a dire il 70% dei costi della Divisione Cargo in Sardegna sono indirizzati al pagamento di oneri infrastrutturali che, chiaramente, mettono fuori mercato il servizio di trasporto merci per ferrovie in Sardegna. Va rilevato che a nessun altra Regione d'Italia viene chiesto imposto un simile balzello. Premesso che R.F.I. S.p.A. ha il monopolio del servizio di traghettamento dei carri ferroviari a seguito di convenzione con lo Stato e per la quale ottiene una sovvenzione per oneri di servizio pari ad euro 15 milioni annui e che, come su esposto, pretende altri 17 milioni di euro dalla Divisione Cargo raggranellando la somma di 32 milioni di euro per effettuare un servizio con una nave traghetto, la Garibaldi, che può traghettare al massimo 40 carri a tratta, c'è da segnalare che già a suo tempo era stato affrontato il nodo del trasporto merci per ferrovia in Sardegna. Con l'Accordo di Programma Quadro del 21 aprile 1999 fra F.S., Stato e Regione Sardegna, è stato finanziato lo studio di fattibilità per la razionalizzazione del trasporto merci in Sardegna. Costo dello studio, commissionato a ITALFERR, un miliardo di lire, di cui 400 milioni a carico di F.S. Divisione Cargo e il restante importo a carico della Regione Sardegna. ITALFERR consegna lo studio nel marzo 2003. Lo studio propone una soluzione alternativa al traghettamento tradizionale, con un'analisi della sostenibilità economica. La Regione Sardegna accoglie la proposta contenuta nel documento e cerca i finanziamenti per realizzare opere necessarie, ma a quel punto la dirigenza delle Ferrovie dello Stato (nello specifico l'Ing. Moretti, a capo di R.F.I. S.p.A. e l'ing. Laguzzi), nonostante abbia speso 400 milioni di lire, dichiara di non essere interessata al progetto, accantonandolo. A quella data, già si sapeva che la N/T Garibaldi, che garantiva il servizio di collegamento con la penisola, avrebbe avuto vita breve, che i costi di traghettamento fossero insostenibili e che il mancato avvio del programma avrebbe decretato la fine del traffico merci per ferrovie in Sardegna. Appare fin troppo evidente la responsabilità dell'Ing. Moretti che, al(..) mantenimento del servizio merci per ferrovia da e per la Sardegna, ha preferito continuare ad intascare i contributi statali, infatti, l'applicazione dello studio, eliminando il servizio di traghettamento tradizionale e i relativi costi, avrebbe consentito a F.S. di continuare il servizio di trasporto anche in assenza dei contributi necessari per il traghettamento. In questo modo, ma valga anche per il resto del territorio nazionale, l'ing. Moretti si è presentato come il risanatore dei conti dell'Infrastuttura ferroviaria ottenuta, però, a discapito di Trenitalia facendo pagare i conti a quest'ultima. Oggi, da Amministratore Delegato del gruppo F.S., da un lato impone oneri esorbitanti a Trenitalia per il servizio di traghettamento dei carri ferroviari e dall'altro lato dichiara che tali oneri non sono sopportabili e, quindi, cancella il servizio in Sardegna. Crediamo che si debba chiedere conto di tale operato e non possiamo non individuare nell'Amministratore Delegato F.S. Mauro Moretti il responsabile della chiusura del trasporto merci in Sardegna. Va però affermato che Mauro Moretti è un A.D., cioè opera per delega della proprietà. Tale proprietà è, per il gruppo Ferrovie dello Stato, lo Stato o meglio il ministero dell'Economia e Finanze (ex ministero del Tesoro). Di conseguenza, o Mauro Moretti agisce in difformità agli indirizzi della proprietà ed in tal caso va sollevato dall'incarico, oppure agisce in conformità all'indirizzo della proprietà, allora la responsabilità della chiusura del servizio di trasporto merci per ferrovie in Sardegna ricade sul Governo nazionale. Chiediamo quindi il ritiro immediato del provvedimento di chiusura del servizio di trasporto merci per ferrovia da e per la Sardegna e il ripristino del reticolo logistico esistente al gennaio 2007 per il tempo necessario all'attuazione del succitato progetto; chiediamo inoltre la rimozione dei due Dirigenti che artatamente e consapevolmente hanno decretato quanto da noi denunciato, determinando un danno immenso al nostro territorio. Chiediamo al Governo nazionale che venga annullato il monopolio sul servizio di traghettamento dei carri ferroviari e che gli oneri di servizio oggi assegnati ad R.F.I. S.p.A. vengano assegnati alla Regione Sardegna affinché dia garanzie di continuità territoriale del trasporto merci su ferrovie. Chiediamo alla Regione Sardegna di porre in essere le opere di ammodernamento che rendano il traffico merci per ferrovia in Sardegna competitivo, senza che venga aggravato il già precario problema della viabilità, salvando così i circa 1000 posti di lavoro degli addetti al settore, ivi comprese le aziende collegate e l'indotto e di pretendere dallo Stato pari dignità rispetto alle altre regioni d'Italia in termini di infrastrutturazione e servizi. La Sardegna non può rimanere ostaggio e delegare il proprio futuro nelle mani di qualche burocrate altamente retribuito e che beatamente risiede a Roma presso il Ministero dei Trasporti.


Arnaldo Boeddu

Sardegna Oggi - Trasporto merci su ferro: interviene Provincia Cagliari

Anche in Provincia si sono accorti che qualcosa non quadra, ma c'è sempre qualcuno che rema contro.
Sardegna Oggi - Trasporto merci su ferro: interviene Provincia Cagliari

giovedì 17 aprile 2008

:: AFE ::

:: AFE ::

i nostri vagoni....

http://www.afe.com.uy/fra-galeria.htm

ecco il perchè dell'inspiegabile penuria di vagoni nel nostro territorio. la foto è roba vecchia mentre la fornitura di cui si parla nell'articolo è di questi giorni dunque non è la prima volta che Ferrovie dello stato si vende i carri merci.

(ANSA) - MONTEVIDEO, 11 APR - L'Afe (ferrovie uruguaiane) ha comprato dall'Italia 180 vagoni italiani usati, che arriveranno a Montevideo il 26 aprile per rinforzare il trasporto nazionale di merci. Lo hanno reso noto fonti della stessa Afe. I vagoni, che sono partiti dal porto di Livorno il 5 aprile, sono stati pagati a quanto si è appreso il 10% del loro costo di mercato. Il direttore della Afe, Hector Irisity, ha specificato che si tratta di vagoni selezionati, dei quali 102 possono essere usati per il trasporto di legno e container. L'obiettivo della compagnia uruguaiana, che ha sospeso nel 1988 il trasporto di passeggeri, è rafforzare il traffico di merci cercando accordi con altre imprese disposte ad investire. Il trasporto su rotaia in Uruguay riguarda 1,2 milioni di tonnellate che, secondo la Banca interamericana allo sviluppo, é destinato a raggiungere i 3,4 milioni di tonnellate nei prossimi cinque anni. (ANSA).

L'Uruguay è un paese in via di sviluppo. l'Italia ha lo sviluppo bloccato. Speriamo che tra qualche anno, quando una nuova classe politica capirà cosa è stato fatto ai danni del paese, l'Uruguay ci rivenda i vagoni e si possa tornare a parlare di sviluppo anche da noi

mercoledì 16 aprile 2008

PortoLivorno: Trenitalia dirotta tutte le merci sul nostro porto

Questo articolo è uscito l'11 aprile sul sito del porto di Livorno.

Trenitalia dirotta tutte le merci sul nostro porto


La Holding Trenitalia abbandona il porto di Civitavecchia, dismette l’ultimo ferry-boat in servizio con la Sardegna, il vecchio ‘Garibaldi’, e annuncia che trasferirà tutto il suo carico cargo su Livorno.

Ma mentre nel porto romano si scatena la protesta dei lavoratori - circa 250 dipendenti rimarranno senza prospettive d’impiego - sulle nostre banchine nessuno sa niente e Trenitalia non ha fatto alcuna comunicazione. Da qui il sospetto che l’operazione punti solo a dismettere un servizio obsoleto e antieconomico, quello del trasporto in Sardegna dei carri ferroviari pieni, per trasferire le merci in container.

E solo in questa modalità, con impatto tutto sommato trascurabile, farle partire da Livorno su normali rotte commerciali. E’ di questa opinione Enrico Luciani, presidente della Compagnia lavoratori portuali di Civitavecchia e presidente della commissione trasporti del Lazio: «Sono convinto che la dismissione da giugno del collegamento con la Sardegna - dice - risponda a un’esigenza di razionalizzazione realista e condivisibile. Basti pensare che l’anno scorso il ‘Garibaldi’ ha lavorato con percentuali di riempimento molto inferiori al 50 per cento ed ha fatto ben 36 corse a vuoto. Il problema è che Trenitalia Cargo intende mandare a casa oltre 250 lavoratori che non hanno alcuna aspettativa di reinserimento». Da qui sciopero, proteste, audizioni, ma nessuna soluzione.

E Luciani contesta ai veritici delle Ferrovie la mancata messa a punto di un piano industriale alternativo, che consentisse di sostituire alla nave e al servizio, obsoleti, soluzioni più moderne e paganti. Per Livorno dunque, difficile crearsi aspettative. Le merci Fs da giugno confluiranno sul nostro porto quasi certamente in containers, in quantitativi relativamente modesti e su unità già in linea con i porti sardi.


Fonte - La Nazione - Antonio Fulvi

PortoLivorno: Trenitalia dirotta tutte le merci sul nostro porto

Interporto Livorno Guasticce

ho raccolto qualche notizia dalla stampa Toscana riguardo il fantastico progetto di spostare un'altra volta il centro del Mediterraneo e di metterlo stavolta a Livorno.
Un paio di considerazioni: è necessario trovare un centro al Mediterraneo? perchè ogni tanto qualcuno decide che il centro (fino ad allora) va spostato perchè i mercati cambiano, gli assetti e gli interessi mutano scenari molto velocemente e baggianate simili. perchè ci deve essere una posizione dominante rispetto al "resto" delle possibilità? E' la politica della ragnatela, con al centro l'insetto fagocitante che ha l'esclusivo controllo di tutte le periferie.E' la logica del più forte ed in questa logica vince uno solo e tutti gli altri perdono.
Forse la rinascita della nostra esangue economia deve passare attraverso la politica della "rete" e non della "ragnatela". la "rete" deve stendere le sue maglie su tutto il territorio con uguale incidenza, i nodi devono avere tutti lo stesso potere di tenuta. Gli esempi sono lampanti, Genova, Gioia Tauro, Cagliari, Napoli, Civitavecchia, di volta in volta innalzati a "centro del Mediterraneo" ognuno a discapito degli altri e di volta in volta il fallimento è stato inevitabile e facilmente prevedibile. La spesa economica sostenuta ad ogni spostamento ha ogni volta costituito una botta tremenda per l'economia di tutto il paese e non ci sono stati quasi mai tornaconti. Ora ci provano con Livorno perchè l'ambizione umana non ha limiti e l'opportunismo ne ha ancora di meno. Stavolta hanno gettato una valanga di milioni su Livorno perchè qualcuno è stato più influente di altri quando c'era da spartire la torta e per ottenere il risultato hanno addotto i noti motivi che ben conosciamo.
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Interporto Livorno Guasticce

Nell'Interporto di Guasticce RFI realizzerà un fascio di binari con un investimento di 16
milioni di euro.
Inoltre sarà realizzato il raddoppio, circa 2 chilometri, del collegamento tra gli impianti
merci di Livorno Calambrone e Darsena Toscana e saranno effettuati potenziamenti
infrastrutturali nella stazione di Livorno Centrale.
L'investimento complessivo è di 50 milioni di euro.
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D.- Si è registrata un ‘accelerazione nelle attività portuali e, in questo mutato contesto, la movimentazione delle merci è diventata strategica. Ce lo conferma?

L’attuale fibrillazione del porto e in parte dell’Interporto è data dall’aumento inaspettato di traffici derivante dai problemi di Genova (saltato il software di gestione e sicurezza, un bel guaio). Una situazione che può rendere sostenibili anche comportamenti non perfettamente efficenti, che però dureranno lo spazio del problema. Altra cosa è l’aumento dei traffici come prospettiva seria e positiva nel medio-lungo periodo, una fenomenologia sulla quale Livorno può fondare una scommessa gigantesca: ecco perché ci affanniamo a raccomandare “cogliamo l’opportunità” della nuova centralità mediterranea, come dire, sono fortune che non capitano tutti i giorni (...) Ad esempio, ancora non è in esercizio il collegamento ferroviario. Lei che ne pensa ?

Tutto ciò che accade all’Interporto credo faccia parte del difficile sforzo per trovargli al più presto un “senso” e credo che in questo momento prevalga l’idea semplice e semplicista che ” più servizi e dotazioni ci sono meglio è”. E’ un po’ poco, se si pensa che la ferrovia dell’interporto da quando esiste, fine 2006, se non prima, ha movimentato un treno solo, quello inaugurale. Così alberghi, finiture infrastrutturali ecc.. credo vadano in questa direzione e forse la Società sta amministrando il cospicuo finanziamento statale che gli è arrivato recentemente, che si aggiunge ai circa 100 milioni di euro già utilizzati per questa cattedrale, non “nel deserto”, come altre, ma semmai ” in mezzo al traffico “. E comunque, finora, molto poco utile.
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Già oggi l'Interporto della Toscana centrale muove 100mila tonnellate di merci ogni anno e ospita 35 aziende dislocate in un'area complessiva di 700mila metri quadrati con 60mila mq di magazzini, 6000 mq di uffici direzionali e altri servizi per imprese e merci. Con il nuovo terminal Fs l'obiettivo è arrivare ad 800mila tonnellate l'anno su gomma e altre 800mila su ferrovia. Nel medio periodo è prevista l'estensione nel Comune di Campi Bisenzio per 260mila mq.
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da "il messaggero marittimo"

Dalla Sardegna merci gestite Fs

CIVITAVECCHIA Duecentocinquanta posti di lavoro in meno a Civitavecchia ed altrettanti in Sardegna. Questi, secondo il segretario della Cgil della zona di Civitavecchia, Franco Boriello, i contraccolpi sull’occupazione dello spostamento sul porto di Livorno del traffico merci via mare, finora gestito dalle Ferrovie dello Stato.
L’ulteriore conferma della decisione delle Fs è venuta da un incontro che si è svolto tra i sindacati, i presidenti delle Commissioni Trasporti della Regione Lazio e della provincia di Roma ed i vertici di Trenitalia e Rfi. Lo spostamento riguarderà in particolare il movimento dei containers.
«Resta confermato lo stato di agitazione della categoria - ha detto Boriello - Intanto, chiederemo al più presto un incontro al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, perché convochi l’amministratore di Fs e la Regione Sardegna per capire meglio il piano industriale, al momento ancora oscuro».
«E’ indispensabile che le responsabilità dell’abbandono degli scali e dello smantellamento del traffico merci su ferrovia siano accertate senza che eventuali tavoli tecnici tra Regione e Trenitalia le nascondano» ha, a sua volta, affermato il consigliere regionale socialista Maria Grazia Caligaris (Sdi-Partito Socialista).
«Sono stati effettuati ingenti investimenti per potenziare e migliorare gli scali merci e ora - continua Caligaris - con l’alibi che i finanziamenti per garantire la tratta marittima sono venuti meno, si vuole bloccare un settore fondamentale per lo sviluppo socio economico della Sardegna».
«Il tavolo Regione - Ferrovie è aperto dal gennaio 2007 e quindi - sostiene Caligaris - già in quella sede deve essere apparsa evidente la volontà di Trenitalia di ridimensionare o di liberarsi del traffico merci in Sardegna a prescindere dai finanziamenti sulla tratta Golfo Aranci - Civitavecchia e viceversa affidati ad una sola nave traghetto, la ”Garibaldi”, che ha una prospettiva di appena tre anni di vita prima di essere mandata in cantiere per la demolizione. Le altre navi delle Ferrovie dello Stato sono impegnate nel collegamento tra la penisola e la Sicilia. Le responsabilità di questa condotta sono a capo dei dirigenti delle Ferrovie ed è quindi necessario un intervento, anche ispettivo, del Ministero dei Trasporti e un’indagine delle magistrature contabile e ordinaria. Non si può impunemente procedere ad un silenzioso costante smantellamento di un servizio vitale per l’economia della Regione».
Sull’attuale situazione dei trasporti marittimi legati alla Sardegna hanno preso posizione i parlamentari di Fi, Piergiorgio Massidda, Salvatore Cicu e Giovanni Marras.
«Nel settore del trasporto e della continuità territoriale per le merci, la Sardegna sta procedendo sempre più velocemente verso il baratro. La prossima soppressione della tratta Golfo Aranci - Civitavecchia per il servizio di trasporto merci, unito al crollo del traffico containers del porto Canale di Cagliari, rappresenta solo l’ultimo colpo alla produttività e alle possibilità di sviluppo economico della nostra isola».
«I dati del Porto Canale di Cagliari - spiegano gli esponenti azzurri - per quanto concerne la differenza tra il 2006 e il 2007 sono a dir poco allarmanti. Ancor più grave se si pensa che negli ultimi mesi il calo percentuale ha superato il 70%. In questi due anni la sinistra che ”non ha governato l’Italia” e sta ”non governando” la Sardegna ha spostato i traffici merci dalla nostra Isola con l’unica logica di continuare a favorire il porto calabrese di Gioia Tauro attuando un vero e proprio boicottaggio scientifico ai danni della Sardegna». «Nei corridoi dei palazzi romani - riprendono i parlamentari sardi - parlano di un coinvolgimento del ministro Bianchi nello spostamento dei traffici merci e di considerevoli fondi per agevolare la Calabria. Il defilarsi in modo così grave del porto di Cagliari dallo scenario internazionale porterà gravi danni al futuro del Porto Canale, con il risultato che un’attività di recupero sarà sempre più difficile in quanto i traffici si sono già posizionati in altri porti del Mediterraneo». «Quanto sta accadendo è gravissimo - sottolineano Massidda, Cicu e Marras - perché i dati purtroppo corrispondono in pieno ai ”si dice”. Il declino del Porto Canale è stato ancora più accentuato negli ultimi mesi del 2007. Rispetto allo stesso periodo del 2006, infatti, i container movimentati nel mese di novembre sono passati da 67.687 a 10.665 e le navi da 116 a 20. A dicembre, tra il 2006 e il 2007 per i container movimentati si é passati da 78.983 a 11.978 e le navi da 122 a 30. In tutto questo, la Regione è completamente assente e non interviene né a sollecitare il ministro competente e neppure a supportare il concessionario Cict».
Intanto il ministero dell’Economia e delle Finazne ha a nunciato che Credit Suisse è stat selezionata per il ruolo di consulente del ministero per le attività propedeuriche alla privatizzazione di Tirrenia di Navigazione spa.
«La decisione - spiega una nota del ministero - è stata assunta anche sulla base del parre espresso al riguardo dal Comitato privatizzazioni».

Sardegna fatti più bella: Sospensione del blocco del trasporto merci su rotaia, soddisfazione e cautela

Sardegna fatti più bella: Sospensione del blocco del trasporto merci su rotaia, soddisfazione e cautela

lunedì 14 aprile 2008

Forza Italia Sardegna - Pileri su soppressione trasporto merci Trenitalia

...bene... Silvio ha vinto
On. Pileri, ci fidiamo di lei...

Pileri: «Grandi responsabilità politiche del Governo Nazionale e manifesta incapacità di quello Regionale».

Cagliari 06/03/2008.
SOPPRESSIONE DEL TRASPORTO MERCI DI TRENITALIA

Pileri: «Risoluzione della Commissione Trasporti alla Giunta per adottare tutte le necessarie iniziative finalizzate a scongiurare il “disastro annunciato da Trenitalia"».



«Se la Giunta Regionale non dovesse riuscire a impedire la soppressione del trasporto merci di Trenitalia sarebbe l’ennesimo fallimento di questo esecutivo che, dovrebbe trarne le immediate conseguenze».

Il Vicepresidente della Commissione Trasporti On.Giovanni Pileri, Consigliere Regionale di Forza Italia, parla di grandi responsabilità politiche di questo governo nazionale che continua a “dimenticarsi della Sardegna” e di manifesta incapacità dell’esecutivo regionale che, nonostante i proclami, non riesce a garantire ai sardi neanche il più elementare dei diritti: quello di spostare le merci su rotaia. Ormai la scadenza è imminente.

Dal primo aprile – prosegue Pileri – ci sarà il blocco del trasporto delle merci su ferro. Questo comporterà un vero disastro per la Sardegna e per la Gallura in particolare. La preannunciata soppressione del servizio di trasporto ferroviario su merci da e per la Sardegna è attualmente assicurato sulla linea marittima Golfo Aranci – Civitavecchia.

Il traffico merci, se dovesse avvenire la soppressione, non potrà essere spostato neanche verso il Porto di Olbia, la cui linea ferroviaria non è stata ancora completata a causa del mancato stanziamento di 40 milioni di euro da parte del governo nazionale.

Dunque, questa azione politica creerà enormi danni alle strutture portuali del Nord Sardegna. Ma non solo.

Gli effetti della soppressione del servizio, dovuto alla insufficienza dei fondi stanziati nella Finanziaria nazionale, saranno incalcolabili sul settore industriale, occupativo e ambientale.

Inoltre, questa decisione di Trenitalia “sconfesserebbe” il piano regionale dei trasporti predisposto dalla giunta Soru che nelle sue linee guida ha scelto di aumentare il trasporto via ferrovia a discapito di quello su gomma anche per limitare l’inquinamento ambientale. Un obiettivo che dal primo aprile non sarà più possibile perseguire perché se il Governo nazionale non stanzia i 60 milioni necessari per il trasporto universale delle merci, la Sardegna si troverà tagliata fuori dal sistema ferrovie.

Un rischio troppo alto che la nostra Isola non deve neanche correre. Per questo Giovanni Pileri ha deciso di sottoscrivere la risoluzione approvata dalla commissione Trasporti che invita la Giunta ad adottare tutte le necessarie iniziative finalizzate a scongiurare la soppressione. In questo momento – ha concluso – è necessario l’impegno unitario di tutti per evitare il “disastro annunciato da Trenitalia”. Se la Giunta Regionale, però, non dovesse riuscire a scongiurare la soppressione del servizio dovrà prendere atto dell’inefficacia della sua azione.

Cagliari 06/03/2008



Forza Italia Sardegna - Pileri su soppressione trasporto merci Trenitalia

Grazie alle Ferrovie, 60.000 TIR in più - La Pulce di Voltaire

è un discorso generale che riguarda anche la sardegna. oggi abbiamo ricevuto un vagone di legname per il cui svincolo sono stati versati €2650,00 + iva.
due settimane fa lo stesso cliente per la stessa fornitura aveva pagato €2400,00 + iva.
non ci sono commenti

Grazie alle Ferrovie, 60.000 TIR in più - La Pulce di Voltaire

domenica 13 aprile 2008

TERRORISMO MEDIATICO???

questo è l'articolo apparso ieri su L'unione sarda. non abbiamo trovato riscontro di questa notizia da nessun'altra parte. ma essendo ieri sabato, non era semplice da verificare. vediamo domani cosa succede...
buona lettura

http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/64394.pdf

mi sono accorto che il link non è cliccabile. se avete difficoltà cercate direttamente sul sito del consiglio regionale ,la rassegna stampa del 12 aprile

sabato 12 aprile 2008

grazie.....complimenti

L'unione sarda oggi riporta la sentenza definitiva pronunciata dall'ad soprano relativa alla soppressione del traffico merci fs.
Si rilanciano le accuse alla regione responsabile di non aver saputo sfruttare le disponibilità del governo e rea di avere volutamente omesso lo sviluppo del piano regionale per le merci all'interno del piano generale dei trasporti.
Si giustifica la sospensione del servizio con lo sbilanciamento tra entrate ed uscite.non si affronta mai il problema pensando a chi trarrà vantaggi da questa situazione.perchè qualcuno i suoi vantaggi li avrà. quel qualcuno più fortunato degli altri e che creerà di fatto un monopolio nel settore (omissis). Con la tacita complicità delle istituzioni nazionali e locali si troverà a gestire il traffico merci diretto in sardegna con base di partenza a livorno.
Ringraziamo la regione per aver permesso che questo possa accadere.
Grazie da parte delle piccole imprese di trasporto che perdono la possibilità di terminalizzare localmente le merci.
Grazie da parte delle attività produttive piccole medie e grandi che saranno obbligate a sopportare un aumento dei prezzi delle materie importate.
Grazie dai cittadini consumatori che vedranno un aumento dei costi di tutti i prodotti che per essere venduti hanno bisogno di essere trasportati (= tutto). Grazie dagli automobilisti costretti a spartirsi pochi metri di asfalto malconcio con un numero sempre maggiore di tir autotreni e articolati.
Grazie da parte dei paesi produttori di petrolio che si inchinano e ringraziano Allah per aver dato all'Italia dei governanti così stolti.
Grazie da parte di centinaia di lavoratori che perderanno il posto.
Grazie da parte del popolo sardo ancora una volta trattato dal governo centrale come la classica popolazione del "sud" sfruttata, depredata umiliata e in mano ad un "Pilato" che come da tradizione se ne lava le mani e lascia che i farisei di turno decidano , nell'interesse di pochi, il destino di molti.
Grazie anche da me che dal 30 giugno non saprò come pagare l'affitto, come fare la spesa, come crescere mio figlio.
Domani ci sono le elezioni. I giorni delle promesse sono scivolati via senza lasciare traccia di intenzioni volte a scongiurare questa silenziosa catastrofe economico-ambientale.
Il futuro della nostra regione è quanto mai oscuro e non servono le grandi opere in cantiere per convincere l'opinione pubblica che tutto va bene. E' l'ennesimo esempio di un malgoverno che sperpera risorse pubbliche a piene mani in follie urbanistiche e nel contempo afferma che non ci sono fondi per salvaguardare il diritto costituzionale al trasporto universale delle merci, proprio di ogni regione.
Complimenti.
Antonio Costa

giovedì 10 aprile 2008

Tempohousing view video

questo post non c'entra niente col nostro argomento preferito (ma sarà veramente così?)
Invito comunque i nostri amministratori a prendere visione di questo filmato in cui si può vedere come nei paesi civili si risolvono veramente i problemi e non li si usano per speculazioni e interessi privati.
Sto parlando dell'ormai mitologico campus universitario dell'Ersu che dovrebbe sorgere a due passi dallo scalo merci (e in parte probabilmente anche dentro lo scalo) e per il quale sono stati stanziati oltre 100 milioni di euro.
Se prima di deliberare simili enormità gli amministratori si informassero di quello che accade in Europa invece di gettare i soldi pubblici dalla finestra...

Tempohousing view video

lunedì 7 aprile 2008

grazie Luigi!

ho ricevuto e pubblico con grande piacere questa mail.

Egregio Sig. Costa,
nel farLe i complimenti per il sito mi vorrei presentare. Sono un legale di 28 anni, residente a Milano sto difendendo o comunque dovrei provare difendere dei lavoratori precari Sardi che lavoravano o che stanno per essere licenziati nel porto di Golfo Aranci Marittima. Da sempre appassionato di treni merci, da sempre interessato ai problemi dello scalo golfoarancino, da anni raccolgo il materiale inerente alla dismissione in sardegna del servizio f.s. ma che purtroppo solo saltuariamente riesco a trovare nei portali più comuni.

Mi sto apprestando a scrivere un libro sulla dismissione in sardegna.

Oggi, posso dire di essere felice in quanto è dal lontano 2003 (ovvero dalla dismissione servizio passeggeri f.s.) che cercavo una persona come Lei che avesse informazioni e che fosse un difensore dei diritti di continuità territoriale in Sardegna.

Ho una casa a Golfo Aranci e nel periodo estivo mi trasferisco con la mia famiglia a golfo.. ed ogni sera da quando ho 10 anni vado al porto per assistere all'imbarco ed allo sbarco dei vagoni... Sono in contatto con residenti (ex lavoratori f.s. portuali ecc...) ma nessuna di queste persone sembra rendersi conto di cio' che di fatto sta accadendo. Ogni giorno telefono ai residenti per sapere se il traghetto arriva regolarmente oppure no.

Io vorrei proporre se Lei crede di poterci confrontare a livello epistolare o dal vivo (saltuarimanete sono nel nord sardegna) e vorrei sapere se Lei o se comunque qualcuno da lei conosciuto è in grado di informarmi sulla questione dismissione della nave Logudoro ormai ferma dal 2002. Le ultime notizie sembrano indicare che la Logudoro sia nel bacino di Napoli. Per me sarebbe molto importante sapere che fine ha fatto la Logudoro.

Inoltre le chiedo se sono vere le notizie della chiusura dei servizi commerciali in sardegna di 9 stazioni merci( vedi articolo dell'Unione Sarda pagina 16 del 7 dicembre 2007)
Le stazioni citate sarebbero Carbonia, Decimomannu, Sanluri, San GAvino, Oristano, Macomer, Porto Torres, Monti ed Olbia.

Sig. Costa mi scuso se l'ho annoiata con la presente e-mail, la ringrazio per l'attenzione, e mi complimento con Lei per essere uno dei pochi Sardi ad avere le capacità di fare resistenza attiva intelligente e costruttiva...

Spero di ricevere presto una Sua mail... Nel frattempo la saluto cordialmente.

Luigi.

RFI - Rete Ferroviaria Italiana - Gruppo Ferrovie dello Stato

Tra le attività di RFI previste dall'Atto di Concessione con lo Stato c’è anche il collegamento via mare con la Sicilia e la Sardegna per dare continuità al servizio di rete anche nelle isole maggiori

Per la Sicilia:

Per attraversare in modo sempre più sicuro e affidabile lo Stretto di Messina - fondamentale snodo per la circolazione delle merci tra la Sicilia e il Continente - nel luglio 2002 è stato lanciato il marchio BLUVIA per il traghettamento di treni, veicoli privati e automezzi commerciali.

Punto di forza di Bluvia è la flotta composta da 12 navi : 5 navi bidirezionali (di cui 3 in esercizio continuo) adibite al servizio auto, camion e passeggeri che fanno la spola tra le due sponde e offrono fino a 6.500 posti auto al giorno; 5 navi traghetto (di cui 3 in esercizio) dedicate al trasporto promiscuo treni e automezzi con un massimo di 6.000 posti auto al giorno; 2 navi veloci solo per i passeggeri in servizio tra Reggio Calabria, e Messina.

Bluvia mette a disposizione dei propri clienti 90 partenze al giorno, garantendo tra l’altro la completa copertura assicurativa per viaggiatori e automezzi. Chi viaggia con Bluvia può inoltre contare su ampi piazzali di sosta dotati di punti di ristoro e di assistenza e di un nuovo sistema di vendita dei biglietti che consente di velocizzare i tempi di emissione e di attesa. In particolare per le autovetture è possibile acquistare i titoli di viaggio, senza alcun sovraprezzo, presso 8 punti vendita lungo l’autostrada Salerno- Reggio Calabria presso le stazioni di servizio Autogrill.

Negli ultimi anni Bluvia si è distinta nella ricerca e nello sviluppo di nuovi metodi per agevolare
i viaggiatori, tra i quali:
il sistema di monitoraggio CCN Plus, che consente di ottenere informazioni in tempo reale sulla posizione e il movimento delle navi dello Stretto;

un avanzato sistema di trasmissione Wireless tra e navi e le stazioni a terra.
Per informazioni sulle condizioni commerciali contattare l’ufficio commerciale di Messina (tel. 090/671700 ore Ufficio).

Per la Sardegna:

Il servizio con la Sardegna viene assicurato con due corse al giorno (A/R) dalla N/T Garibaldi, adibita esclusivamente al trasporto di carri ferroviari.
...come al solito per la sardegna si sono sprecati...

mercoledì 2 aprile 2008

Civitavecchia: Salta l'incontro tra Authority, Trenitalia e Rfi

Per "l'improvvisa convocazione ad altra riunione" delle due società. Ciani: "Un segnale negativo"
CIVITAVECCHIA - Doccia gelata per i lavoratori Fs del porto. Trenitalia e Rfi hanno rinviato a data da definirsi, per una "improvvisa convocazione ad altra riunione", così come spiegato da loro stessi, l'incontro che avrebbe dovuto tenersi questa mattina in Autorità Portuale con il Presidente Fabio Ciani. "e'un segnale negativo - commenta Ciani, nello stigmatizzare la decisione assunta dai due amministratori delegati - che denota la volonta' delle aziende di sottrarsi al confronto in un momento cosi' delicato, in cui sono in discussione centinaia di posti di lavoro
L'Autorità Portuale, per quanto di sua competenza, continuerà a sollecitare Trenitalia e Rfi affinché le ferrovie chiariscano il ruolo che vogliono e devono assumere nello sviluppo del porto di Civitavecchia e le modalità con cui intendono continuare a svolgere il servizio di collegamento merci con la Sardegna. Posizione probabilmente condivisa dai sindacati che già ieri, in assenza di risposte adeguate, avevano annunciato la volontà di andare presto ad uno sciopero dell'intero comparto trasporti, coinvolgendo le sigle regionali.
da centumcellae

maremmaoggi.it - L'eco della Maremma

maremmaoggi.it - L'eco della Maremma: "31/03/2008 10.56.00 - CIVITAVECCHIA
I VERDI di Civitavecchia saranno accanto ai lavoratori delle ferrovie nello sciopero di martedì 1° aprile.
Le dichiarazioni degli ultimi Governi di destra e di sinistra sono concordi nel riconoscere che il Paese ha un bisogno urgente di riformare il proprio sistema di trasferimento delle merci, utilizzando al meglio le autostrade del mare e le infrastrutture su rotaia. La conclamata tendenza alla riforma dell'intero settore ferroviario, dettata anche da esigenze di protezione dell'ambiente dallo smodato utilizzo dei TIR, stride in maniera fastidiosa con la politica del monopolista ferroviario italiano che dismette, invece di incrementarlo, un settore che nel passato ha svolto un ruolo importante verso la Sardegna e che oggi dovrebbe incrementare lungo le migliaia di km di coste italiane.
Accade la strana contraddizione per la quale, mentre Paesi prevalentemente montuosi come la Svizzera e l'Austria sviluppano al massimo i trasporti ferroviari e vietano l'eccesso di TIR italiani, l'Italia, circondata per tre lati dal mare, fatichi a riformare la propria politica dei trasporti.
I VERDI si battono per una inversione di tendenza ai livelli nazionale e locale, rivendicando con forza una POLITICA DEL SI' che si prefigga modernizzazioni di interesse generale. Perciò le lotte dei lavoratori della ferrovia e dei traghetti ferroviari sono le lotte dei Verdi, oggi come ieri.

Maria Boncompagni, candidata nel Lazio da Sinistra-L'Arcobaleno per la Camera dei Deputati
Mario Dei Giudici, coordinatore dei Verdi di Civitavecchia"

un evento eccezionale

Dopo l'arrivo, in occasione dell'inaugurazione della metropolitana, del Ministro Bianchi, ecco che abbiamo l'onore di ospitare l'AD Moretti.
La notizia è trapelata stamattina in ferrovia e così ci siamo anche spiegati la presenza nello scalo di una squadra di operai mandati a diserbare i binari (!).
E' un evento eccezionale.
Finalmente, dopo più di un anno, si sono accorti che l'erba era ormai arrivata all'altezza delle porte dei vagoni (1,50 mt.) e hanno deciso di tagliarla.
L'ultima volta, l'anno scorso, le erbacce avevano superato di molto le porte dei carri, in alcuni punti superavano i due metri. Si tratta comunque per chi ci lavora, di un fatto straordinario, che non può essere motivato da cose banali tipo infestazioni di zecche o principi d'incendio sotto i vagoni.
Ci vogliono motivi più validi per ripristinare l'igiene, la sicurezza e il decoro nel nostro povero piazzale...
Posso pensare che domani Moretti , come un buon imbonitore che vuole valorizzare le proprie merci , debba concludere la vendita del piazzale, e per questa ragione abbia dato l'ordine di fare un po' di pulizia?
Mi auguro di pensare male.

martedì 1 aprile 2008

Enrico Luciani: Civitavecchia sciopero 1° aprile

Enrico Lucani: "Un progetto politico che viene da lontano"
Si è svolto oggi a Civitavecchia, lo sciopero convocato da tutte le rappresentanze sindacali per manifestare contro la dismissione del servizio navi traghetto Fs, dal porto di Civitavecchia alla Sardegna. Alla manifestazione hanno partecipato il Sindaco di Civitavecchia Moscherini, il Presidente dell’Autorità portuale Ciani e per la Sinistra Arcobaleno Gino De Polis ed Enrico Luciani, Presidente della Commissione Trasporti della Regione Lazio.
"Oltre al silenzio da parte di Fs, - dichiara Luciani - dobbiamo constatare l’assenza alla manifestazione della maggior parte delle forze politiche. Tutto questo non è casuale, ma motivato dal fatto che i dirigenti di Fs e i rappresentanti della classe politica sono gli stessi rappresentanti di quelle stesse forze politiche e aziendali che da quindici anni stanno contribuito alla fallimentare strategia di gestione di Fs nell’area portuale di Civitavecchia.
"Infatti – continua Lucani – mentre assistiamo al velocissimo sviluppo del porto di Civitavecchia, sia dal punto di vista commerciale, dove passano per Civitavecchia il 95 % delle merci in partenza e in arrivo per Terni, sia dal punto di vista passeggeri, dove le autostrade del mare, insieme al traffico croceristico, stanno facendo di Civitavecchia uno dei più importanti scali d’Europa, assistiamo alla miopia di Fs, che non interviene nel ripristino della fondamentale tratta Orte – Civitavecchia – Terni, e dimentica di potenziare il servizio dei treni per Roma, a danno dei tantissimi pendolari che ogni mattina devo vivere una straziante epopea per raggiungere i loro posti di lavoro".
"Ma la colpa – conclude Lucani - non è da addossare solamente agli attuali dirigenti Killer delle Ferrovie, ma la colpa è da riversare in quel progetto politico che viene da lontano, che oggi, guarda un po’, è fatto proprio sia dal Pd e Pdl, che ha portato alla privatizzazioni dei gioielli dello stato come accaduto per Aeroporti di Roma, come accade oggi per Alitalia e come accadrà in futuro per Tirrenia".
Grazie Presidente