giovedì 12 giugno 2008

Amarcord

Da La Nuova, 7 settembre 2001------------------------------------------------------------------------------------------------------------In un fax le prove dello smantellamento delle Fs «Rifiutate i treni mercidestinati alla Sardegna» di Antonello Sechi
OLBIA. «Non accettate carri ferroviari né treni merci completi destinati alle stazioni della Sardegna». È l'ordine che è stato diffuso il 3 agosto scorso alle stazioni ferroviarie di tutta Europa, a giudicare dal lunghissimo elenco di destinatari.
I ferrovieri sardi non ne sapevano nulla fino all'altro ieri, quando sono riusciti a mettere le mani su un dispaccio scritto in francese che in Sardegna probabilmente non doveva arrivare. E adesso protestano per l'ennesima volta, mentre pensano a forme di lotta clamorosa per scuotere la politica regionale: «È un'altra prova dello smantellamento in atto del servizio merci su ferrovia». Servizio che, peraltro, è ridotto ai minimi termini da metà agosto. Non per ferie ma perché la "Garibaldi" è stata spedita in cantiere per riparazioni. Sul tuttomerci che assicurava il traghettamento tra Golfo Aranci e Civitavecchia di una sessantina di carri al giorno si è verificato un corto circuito. In linea, è rimasto il solo"Logudoro", che di carri può trasportarne al massimo una ventina. Le conseguenze per le aziende che ancora non hanno abbandonato il servizio ferroviario sono immaginabili.I sindacati dei ferrovieri, sparano a zero sulle Fs e le società collegate.«La restrizione nell'accettazione dei carri destinati alla Sardegna -afferma Giancarlo Palanghi, segretario territoriale della Filt-Cgil - è con tutta probabilità legata al nolo dei carri. Se non li restituiamo per tempo,le aziende ferroviarie europee fanno pagare costi molto alti. Nelle condizioni in cui siamo costretti a operare qui in Sardegna, è ormai difficilissimo restituire i carri per tempo. Per questo devono aver deciso di risolvere il problema non accettando più i carri esteri destinati alle nostre stazioni. È gravissimo, mancheranno anche i trasporti di tubi e legno».
L'ordine di non prendere più i carri destinati alle stazioni sarde è valido «fino a nuovo avviso», si legge sul dispaccio delle Fs. Non si sa quindi quando verrà revocato.I ferrovieri ne sono certi: è un altro pugno di terra sulla bara delle ferrovie sarde. Così non accettano le polemiche politiche che li riguardano,come quelle che si sono verificate alla Provincia dopo la presentazione di una interrogazione dei consiglieri del centrodestra. Lino Calabretta, dellaFit-Cisl, è molto duro: «Sta accadendo un fatto enorme: un settore dell'economia della Sardegna viene smantellato. Mentre si parla di Euro, ci ritiriamo dall'Europa grazie alla "sagacia" della nostra dirigenza isolana,quella politica, non solo quella ferroviaria. Basta con le polemiche,bisogna agire. Noi, lo sappiano, non ci arrenderemo»....

E infatti siamo ancora qui

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