venerdì 13 giugno 2008

da "forum - il mondo dei treni"

Un pezzo datato ma molto molto molto attuale
Comitato Ferrovieri del Nord Sardegna 10/01/2005
Trasporto merci: Per quanto riguarda questo tipo di trasporto siamo al declino quasi irreversibile, se non al fallimento pilotato della Cargo. Negli ultimi 2 anni siamo passati dal trasportare 1.500.000 tonnellate a trasportarne poco più di 600.000 all’anno. Dalla nostra esperienza sul campo la preoccupazione è che nel 2005 si registrerà un ulteriore, pesante calo. Tra l’altro il trasporto interno, pensiamo al collegamento tra i poli industriali sardi della chimica, è in pratica inesistente. Le continue richieste di molti operatori sono regolarmente disattese e quelle che sono esaudite trovano una serie d’ostacoli appararentemente insormontabili: numero e tipologia dei carri insufficienti, tempi di consegna lunghi ed incerti. Elementi che precludono lo sviluppo e la competitività delle aziende nel mercato. Per le merci è in servizio un solo traghetto che attualmente trasporta per la metà della sua capacità di carico a causa degli ascensori in avaria, e quando questa nave viene fermata per la manutenzione quella che la sostituisce, la Logudoro, vecchia ed obsoleta, trasporta ancora meno. Risultato? Quello cui assistiamo quasi tutti gli anni: piazzali di Civitavecchia e Golfo Aranci intasati da migliaia di carri in attesa d’imbarco con conseguenti ritardi nelle consegne, e quindi abbandono da parte degli operatori del servizio ferroviario. A Porto Torres il collegamento con la zona industriale non ha mai portato allo sviluppo sperato di un traffico costante e corposo; alla richiesta di un certo tipo di carri da parte delle aziende produttrici la risposta è stata di carri sui generis con l’inevitabile conseguenza che i treni merci hanno finito per trasportare carri vuoti. Per completare il quadro aggiungiamo una dichiarazione dell’ing. Cimoli, allora A.D. di FS, al “Sole 24 ore” di circa un anno fa in cui affermava, a memoria, che obiettivo dell’impresa nell’immediato era quello di dismettere la flotta in quanto troppo onerosa. Ciò che manca esattamente è una organizzazione razionale di piani di caricamento e centri intermodali che sono gli strumenti per poter alleggerire il traffico merci su gomma sul quale hanno dovuto ripiegare i clienti Cargo di cui sopra. Laddove sono stati costruiti, come a Chilivani e Sassari, non sono mai entrati in funzione. A proposito di costi vorremmo fare qui una considerazione visto che tra l’altro si dice che il trasporto ferroviario sia antieconomico. Da Sassari a Golfo Aranci un treno merci al completo trasporta 810 tonnellate, un tir a pieno carico ne trasporta 30, ne consegue che un treno merci così fatto equivale a ventisette tir in fila indiana sulla 131 o sulla 597: noi pensiamo che in termini di economicità, sicurezza e inquinamento non si possano fare paragoni! La società cargo ha subito una riduzione di personale tale che, in mancanza di un solo operatore, la squadra di manovra per la composizione dei treni non può operare, per cui o non si effettua il treno previsto o si effettua con i locomotori isolati ossia senza materiale rimorchiato. Oggi se per una ragione qualsiasi vi fosse una richiesta tale che richiedesse un aumento del trasporto su rotaia, per stessa ammissione dei dirigenti, la società non sarebbe in grado di soddisfare tale richiesta a causa della mancanza di personale e di mezzi. Gli scarsi finanziamenti che giungono alla regione per il sistema trasporti, non vengono spesi per manifeste volontà contrarie agli interessi della collettività. Così i vari accordi di programma per finanziamenti di centri intermodali (90 miliardi di vecchie lire), collegamento con il porto canale di Cagliari (40 miliardi), raccordo industriale con il porto d’Oristano (5 miliardi), nuova nave tutto merci (90 miliardi), ecc… sono rimasti lettera morta.
I MEZZI DI TRAZIONE -Da almeno un ventennio il parco macchine non ha visto ricambi; quei locomotori che per noi erano “nuovi” non lo erano né per concezione né per costruzione visto che avevano circolato per anni nel resto dell’Italia; stesso discorso per le automotrici, alcune delle quali sono state rispedite fuori in quanto considerate in esubero rispetto a quello che Trenitalia considera il fabbisogno isolano. Anche loro vittime della razionalizzazione di cui sopra. Un parco macchine ridotto all’osso e insufficiente. Per cui nelle stazioni non è raro, anzi è ormai consuetudine, assistere a tagli di composizioni per effettuare i servizi previsti; modifiche che contribuiscono ad aumentare i disagi per gli utenti. Mezzi vetusti che, a causa della precaria manutenzione dovuta ad una politica del risparmio anche nelle officine e per quanto riguarda l’acquisto dei pezzi di ricambio, non garantiscono nella maggioranza dei casi le percorrenze d’orario con il comfort e la comodità che TRENITALIA sbandiera con la carta dei servizi e nei suoi comunicati.

2 commenti:

stooges ha detto...

Vorrei fare una precisazione...La Logudoro non è un traghetto cargo, ma era una valida nave passeggeri, veloce e comoda, disponeva di cabine con servizi e doccia (non molte un centinaio), poltrone reclinabili, parecchi posti a sedere suddivisi in due ampi saloni per i passeggeri a posto ponte, poteva trasportare circa 220-240 auto oppure 80 auto e circa 400 metri di carri ferroviari o camion oppure trasporto misto camion-carri-auto o ancora 150 auto e 200 metri di camion o carri....insomma molto versatile...e più giovane del Garibaldi di 6 anni, è stato costruito nel 1988 e più veloce circa 20 nodi...nel 2006 è stato utilizzato insieme al traghetto Villa della flotta di Messina per sostotuire la Garibaldi per garantire la stessa capacità...ora invece si fa di peggio...

antonio costa ha detto...

Grazie Stooges, ho apprezzato molto i tuoi interventi sul forum delle ferrovie in Sicilia.saresti in grado anche di dirmi cosa ne è al momento della Logudoro,(a parte che si trova a napoli a fare da sfondo per gli spot pubblicitari).E se ci sarà la possibilità che venga usata per sostituire la Garibaldi ferma dal 17 luglio prossimo al 17 settembre?
Ancora grazie