lunedì 2 giugno 2008

DA TRENTA GIORNI SENZA CONTAINER - IL PORTO CANALE VA SEMPRE PIU' GIU'



Posto questo articolo del Sardegna per solidarietà con gli amici portuali (siamo tutti sulla stessa barca) e perchè il Sig. Neri alla fine dell'articolo cita le parole di Enzo Costa sulla necessità di rivedere e sviluppare le interconnessioni ferroviarie.
Sono d'accordo
*******************************************
di Ennio Neri da "il Sardegna"
"Da un mese il porto canale dorme in coma profondo. Lo
certifica, nei registri, la linea piatta della movimentazione
del traffico container: zero teu per Contship, il gestore. A vegliare
sul moribondo restano i lavoratori: 203 diretti e 120 indiretti
tra Iterc e compagnia lavoratori portuali. Alla sorte del
porto canale è legato il loro lavoro, la loro esistenza e quella
delle famiglie a casa. Ma chi ha ucciso il porto canale, capace
(ma solo in teoria) di dare lavoro a 800 persone e di movimentare
un traffico di un milione e mezzo di teu l’anno? Per gli esperti il
Killer ha due facce: quella spietata delle strategie globali, sulla
base delle quali MaersK, (la compagnia di cargo che portava
in container sulle banchine cittadine), ha sacrificato Cagliari;
e quella distratta delle istituzioni, in ritardo sui finanziamenti
e immobili davanti alla crisi. Riportare in vita il porto agonizzante
non sarà facile. CI proverà nei prossimi giorni
a Roma il gestore Contship, tra i leader del settore, cercando un
dialogo con i francesi di Cma. Ma Contship potrebbe gettare
la spugna, far morire il porto che andrebbe a gara per la gestione,
col rischio concreto di non poter acciuffare i milioni di
portacontainer del 2010, quando il Mediterraneo sarà ufficialmente
area di libero scambio. «A parte la Grendi, compagnia
storica che opera su Genova, il porto canale è passato dai
550.000 del 2007, ai 54.000 dei primi mesi del 2008 fino alla
movimentazione "zero" attuale», racconta Enzo Costa, responsabile
porto, Filt-Cgil cagliaritana. «E dire che era il 22°
porto del Mediterraneo e il 5° in Italia. Ma da un mese, da quando
la Maersk, scaduto il contratto, ha abbandonato la città, considerata
marginale, per puntare su realtà più convenienti sotto il
profilo economico, è tutto in alto mare». Così Cagliari crolla
travolta dalle dinamiche della globalizzazione e dalla miopia
delle istituzioni. «Quello che serve - conclude - è pensare la
portualità come sistema unico, con meno tasse e balzelli (via ad
esempio la tassa sull’ancoraggio e sul rimorchio). Il vecchio
sistema va reimpostato su scala industriale, sviluppando le interconnessioni
col sistema ferroviario»"

Nessun commento: